Oro e criptovaluta: la guerra di Putin al dollaro
ORO DI CINA E RUSSIA
Sberbank, la più grande banca di Russia, ha iniziato le attività di vendita di oro in Cina; per la precisione, la sua filiale svizzera ha annunciato giovedì scorso un’operazione pilota di cessione di oro alle istituzioni finanziarie di Pechino (attraverso lo Shanghai Gold Exchange), che dovrebbe arrivare a 6 tonnellate entro la fine del 2017.
Il comunicato di Sberbank, pur se uscito sulla Reuters, non sembra aver destato particolare attenzione negli osservatori internazionali. Di per sé l’operazione sembra avere una valenza puramente commerciale tra due paesi (Cina e Russia) che rappresentano rispettivamente il primo e il terzo produttore d’oro del mondo, con in più la Cina che è anche il primo acquirente in un paese in cui la crescita dei redditi e le scarse opzioni d’investimento spingono in su la domanda di oro tanto da triplicare in un anno i volumi dello Shanghai Gold Exchange.
Sberbank, la più grande banca di Russia, ha iniziato le attività di vendita di oro in Cina; per la precisione, la sua filiale svizzera ha annunciato giovedì scorso un’operazione pilota di cessione di oro alle istituzioni finanziarie di Pechino (attraverso lo Shanghai Gold Exchange), che dovrebbe arrivare a 6 tonnellate entro la fine del 2017.
Il comunicato di Sberbank, pur se uscito sulla Reuters, non sembra aver destato particolare attenzione negli osservatori internazionali. Di per sé l’operazione sembra avere una valenza puramente commerciale tra due paesi (Cina e Russia) che rappresentano rispettivamente il primo e il terzo produttore d’oro del mondo, con in più la Cina che è anche il primo acquirente in un paese in cui la crescita dei redditi e le scarse opzioni d’investimento spingono in su la domanda di oro tanto da triplicare in un anno i volumi dello Shanghai Gold Exchange.
LA DE-DOLLARIZZAZONE DEL MONDO
In realtà l’operazione Serbank s’inserisce in una più complessa strategia geo-economica di “de-dollarizzazione” del mondo messa in piedi da Russia e Cina, con lo scopo di infliggere un colpo profondo al ruolo globale degli Stati Uniti; e l’oro sarà una delle leve per scardinare il sistema utilizzandolo sempre più come mezzo di pagamento tra le economie emergenti.
Sergey Shvetsov, vice-governatore della Banca Centrale di Russia ha dichiarato recentemente che l’obiettivo dei Mosca e Pechino è aumentare le transazioni in oro coinvolgendo gli altri paesi dell’area Brics (Brasile, India, Sud Africa) che sono “grandi economie con grandi riserve auree ed imponenti volumi di produzione e acquisto di questo metallo prezioso”
Qualche anno fa anticipammo il processo in questo articolo in cui spiegavamo come la “corsa all’oro di Putin” fosse indirizzato proprio a questo obiettivo.
In realtà l’operazione Serbank s’inserisce in una più complessa strategia geo-economica di “de-dollarizzazione” del mondo messa in piedi da Russia e Cina, con lo scopo di infliggere un colpo profondo al ruolo globale degli Stati Uniti; e l’oro sarà una delle leve per scardinare il sistema utilizzandolo sempre più come mezzo di pagamento tra le economie emergenti.
Sergey Shvetsov, vice-governatore della Banca Centrale di Russia ha dichiarato recentemente che l’obiettivo dei Mosca e Pechino è aumentare le transazioni in oro coinvolgendo gli altri paesi dell’area Brics (Brasile, India, Sud Africa) che sono “grandi economie con grandi riserve auree ed imponenti volumi di produzione e acquisto di questo metallo prezioso”
Qualche anno fa anticipammo il processo in questo articolo in cui spiegavamo come la “corsa all’oro di Putin” fosse indirizzato proprio a questo obiettivo.
D’altronde da anni, Mosca e Pechino stanno attuando misure congiunte per diminuire la dipendenza economica dal dollaro Usa e organizzare forme di cooperazione economica e monetaria sempre più stretta.
Nel Marzo scorso la ICBC (Banca Cinese Industriale e Commerciale) ha aperto una sua sede a Mosca con il compito di “funzionare ufficialmente come banca di compensazione del renminbi (yuan) in Russia” e diventare un “grande centro finanziario per i Paesi dell’Unione Economica Eurasiatica”. L’utilizzo sempre più delle proprie monete nazionali al posto del dollaro potrebbe anche ridurre la volatilità dei tassi di cambio yuan e rublo, scrive Sputnik.
Ed in effetti, l’esclusione del dollaro sembra portare i suoi frutti, tanto che il fatturato commerciale di Cina e Russia è aumentato del 34%.
Ma questo è solo il primo passo finalizzato ad allargare la de-dollarizzazione anche ai restanti paesi del Brics (Brasile, India e Sudafrica) utilizzando proprio l’oro come strumento.
Nel Marzo scorso la ICBC (Banca Cinese Industriale e Commerciale) ha aperto una sua sede a Mosca con il compito di “funzionare ufficialmente come banca di compensazione del renminbi (yuan) in Russia” e diventare un “grande centro finanziario per i Paesi dell’Unione Economica Eurasiatica”. L’utilizzo sempre più delle proprie monete nazionali al posto del dollaro potrebbe anche ridurre la volatilità dei tassi di cambio yuan e rublo, scrive Sputnik.
Ed in effetti, l’esclusione del dollaro sembra portare i suoi frutti, tanto che il fatturato commerciale di Cina e Russia è aumentato del 34%.
Ma questo è solo il primo passo finalizzato ad allargare la de-dollarizzazione anche ai restanti paesi del Brics (Brasile, India e Sudafrica) utilizzando proprio l’oro come strumento.
di Giampaolo Rossi. - 19/07/2017
Fonte: Megachip
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