Chi percepisce il signoraggio sulla moneta euro ?
DI FABIO CONDITI
comedonchisciotte.org
Il signoraggio è quasi un tabù, e certamente è una delle parole più abusate e meno conosciute che io conosca.
Ne ha parlato in un suo articolo qualche settimana fa Carlo Bertani, che trovate qui https://comedonchisciotte.org/signoraggio-che-passione/, e lo ringrazio perché mi offre lo spunto per cercare di chiarire uno degli argomenti più controversi tra quelli legati al sistema monetario.
Carlo Bertani, che è certamente persona colta e preparata, afferma che “il reddito di signoraggio è passato nelle mani di una banca privata ed extraterritoriale, ossia sta a Francoforte“, intendendo la BCE.
E questo è apparentemente vero, visto che il reddito di signoraggio sembra essere percepito oggi dalla Banca Centrale Europea, ma è davvero questa la realtà ?
Che cos’è il signoraggio
Intanto signoraggio deriva da “aggio del signore” e storicamente è il compenso che spettava alla Zecca dello Stato o del Signore, per trasformare un pezzo di oro o di argento in una moneta, in modo da essere accettata da tutti come mezzo di pagamento, senza la necessità di essere pesata per stabilirne il valore.
Lo Stato, anticamente il Signore, si faceva pagare questo servizio trattenendo una parte dell’oro o dell’argento portato alla Zecca, e questo è storicamente quello che viene chiamato il “diritto di signoraggio”, che spetta al titolare del potere di emissione monetaria.
Oggi, più in generale, il signoraggio è l’insieme dei redditi derivanti dall’emissione monetaria e spetta sicuramente ancora al titolare della sovranità monetaria.
Tipi di signoraggio
Ci sono però due tipi di signoraggio, il “signoraggio primario“, che è la differenza tra il valore nominale della moneta ed il costo per emetterla (o coniarla), e questo oggi è potenzialmente altissimo perchè la moneta non ha più bisogno dell’oro per essere emessa. E’ il signoraggio che viene percepito da chi crea la moneta e la spende, comprando beni e servizi.
Poi c’è anche il “signoraggio secondario“, inteso come “reddito monetario” derivante dall’attività di emissione monetaria: si realizza in tutti quei casi in cui la moneta, anziché essere spesa da chi l’ha emessa, viene prestata, producendo un reddito che in genere è costituito dagli interessi, ma non solo.
Vediamo di chiarire ancora una volta, all’interno dell’attuale sistema in Euro, di chi è la proprietà, chi percepisce il signoraggio e, conseguentemente, di chi è la sovranità monetaria.
Su questi argomenti, l’informazione nella migliore delle ipotesi è “latitante” se non addirittura “fuorviante”.
Facciamo riferimento alle due interrogazioni parlamentari su questo tema, fatte al Parlamento Europeo, che hanno ricevuto due risposte scritte da parte di Olli Rehn, allora Commissario Europeo per gli Affari Economici e Monetari :
– 2° Interrogazione di Marco Scurria (PPE) alla Commissione E-000302/2012 >>>QUI
Proprietà e signoraggio dell’euro
Sulla proprietà al momento dell’emissione, Olli Rehn è stato chiaro :
– le banconote sono di proprietà dell’Eurosistema;
– le monete metalliche sono di proprietà degli Stati membri.
Ops! Viene il sospetto che anche sul signoraggio troveremo delle sorprese …
Infatti sul signoraggio Olli Rehn dichiara :
– il signoraggio sulle banconote viene ripartito tra le Banche Centrali Nazionali e la BCE;
– il signoraggio sulle monete metalliche va agli Stati membri.
La Banca d’Italia, nella sua pagina dedicata al signoraggio, conferma che “Oggi, quindi, il signoraggio sulle banconote viene percepito in prima battuta dalle banche centrali, le quali tuttavia lo riversano poi agli Stati, titolari ultimi della sovranità monetaria“.
Ovviamente non tutto il signoraggio o “reddito monetario” confluisce allo Stato, ma solo ciò che rimane dopo gli accantonamenti (20% max come riserva ordinaria e 20% max come riserva straordinaria), i costi di gestione e la quota spettante ai partecipanti fino al 6% max del loro capitale.
Ma rimane il concetto fondamentale, sia il signoraggio primario sulle monete metalliche, che anche il signoraggio secondario sulle banconote, alla fine finisce comunque agli Stati.
E lo Stato mantiene questo diritto in nome e per conto dei suoi cittadini, che sono i veri destinatari dei “redditi monetari” derivanti dall’emissione monetaria in euro, come ammette Peter Praet, membro del Comitato esecutivo della BCE, nell’intervista che trovate sul sito della BCE QUI : “L’Helicopter Money (ndr denaro ai cittadini) darebbe alla gente una parte del valore attuale netto del signoraggio futuro, il profitto che si realizza sulle future banconote.”
Più chiaro di così …
Sovranità monetaria dell’euro
Quindi abbiamo chiarito che lo Stato Italiano è proprietario delle monete metalliche in euro (sono quelli con il simbolo “R” sovrapposto ad un “I”, che sono le iniziali di Repubblica Italiana) e percepisce il signoraggio primario relativo ad esse.
Inoltre pur essendo l’Eurosistema proprietario delle banconote in euro, con la partecipazione in quota parte della Banca d’Italia, i redditi monetari vengono comunque alla fine girati allo Stato, perché è “il titolare ultimo della sovranità monetaria“.
E considerato che la sovranità monetaria può essere esercitata in vari modi, esclusi solo quelli espressamente vietati dai Trattati Europei (le banconote in euro, art.128 del TFUE), lo Stato ha ancora la possibilità di utilizzarla in diversi modi :
– monete metalliche di valore superiore a 2 euro, valide solo sul territorio nazionale;
– biglietti di Stato validi solo sul territorio nazionale;
– moneta elettronica emessa dallo Stato (art.114bis del TUB);
– moneta a valenza fiscale, CCF Certificati di Credito Fiscale o SIRE SIstema di Riduzione Erariale.
Obiettivi del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea
Molti storceranno il naso e grideranno allo scandalo per queste nostre affermazioni, ma nessuno sarà in grado di smentirle, perché basate su dati oggettivi e dimostrabili.
La sovranità monetaria degli Stati è oggi l’unico strumento che permette di raggiungere realmente gli obiettivi che sono previsti dai Trattati Europei.
In particolare il Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea, stabilisce all’art. 127 obiettivi che la BCE ha già dimostrato di non poter raggiungere con gli strumenti monetari che ha :
– stabilità dei prezzi, con un livello d’inflazione vicino al 2%;
– fatto salvo questo obiettivo, contribuire alla realizzazione degli obiettivi dell’Unione definiti nell’art. 3 del Trattato sull’Unione Europea, che sono tra gli altri una crescita economica equilibrata e la piena occupazione.
Verrebbe da ridere se non fosse tragico, vi sembra che stiamo raggiungendo l’inflazione al 2%, una crescita economica equilibrata e la piena occupazione ?
L’unico modo per raggiungere questi obiettivi, è che lo Stato ricominci a stampare un qualche strumento monetario per l’economia reale, in modo da non costringere tutti ad usare solamente la moneta a debito emessa dal sistema bancario.
Perché le possibilità sono solo due :
– la moneta può essere creata dallo Stato ed immessa nel sistema economico con la spesa, generando ricchezza per i cittadini se utilizzata nel modo giusto (oggi solo lo 0,3% del totale);
– oppure creata dal sistema bancario e immessa nel sistema economico con i prestiti, generando comunque solo debito pubblico e privato matematicamente inestinguibili (oggi il 99,7% di tutta la moneta che usiamo è di questo tipo).
Cosa succede se lo Stato crea denaro per l’economia reale ?
La maggior parte degli economisti a questo punto inorridisce esclamando a gran voce : “Se lo Stato stampa soldi, allora si crea inflazione!”.
Intanto, visto che le politiche monetarie della BCE non riescono a raggiungere l’obiettivo del 2% di inflazione, se il denaro stampato dallo Stato creasse un p0ò di inflazione sarebbe solo un fatto positivo. Ma in realtà, come dimostra proprio il Quantitative Easing della BCE, in questo momento c’è una tale scarsità di moneta in circolazione, che neanche questa manovra riesce in questo intento.
Anche perché questo denaro finisce solo nelle banche e nei mercati finanziari, mentre il problema è maggiormente sentito nell’economia reale, che seguita a soffrire di scarsità monetaria.
Ma cosa succede se lo Stato aumenta la quantità di moneta emessa, aggiungendo all’attuale quantitativo di monete metalliche, altri strumenti monetari per circa 100 mld di euro ?
Se ad esempio questo denaro venisse usato per pagare i debiti della Pubblica Amministrazione, le imprese che fino ad oggi sono state costrette a “scontare” le fatture non pagate in banca, ottenendo denaro elettronico in prestito, probabilmente potrebbero restituire questi prestiti e quindi la moneta in circolazione non cambierebbe sostanzialmente. Avremmo il solo effetto di vedere aumentata la percentuale di denaro emesso dallo Stato a scapito di quello emesso dal sistema bancario. Quindi niente inflazione, né aumento di moneta in circolazione.
Per ottenere un aumento di moneta in circolazione per arrivare ad una inflazione del 2% prevista dai Trattati Europei, è necessario aumentare la capacità di spesa dei cittadini, attraverso ad esempio il reddito di cittadinanza o un aumento delle pensioni minime.
Ricordo che se lo Stato utilizza la propria sovranità monetaria per creare denaro, ovviamente non aumenta il debito pubblico e quindi diminuiscono gli interessi pagati sui Titoli di Stato.
Di questo abbiamo parlato a Modena il 29 aprile 2017 con Nino Galloni, Marco Cattaneo e Giovanni Zibordi, i cui resoconti integrali potete trovare sul canale Youtube di Moneta Positiva :
Questo in particolare il mio intervento riepilogativo sulla sovranità monetaria dello Stato e su come sia possibile utilizzarla per uscire dalla crisi e creare sviluppo economico :
Il nostro prossimo appuntamento, per chi si trova nelle vicinanze, è un seminario alla Facoltà di Economia di Foggia, organizzato il 22 maggio 2017 alle ore 15,00 dai Prof.ri Giampiero Maci, Vincenzo Vecchione e Silvana Musti, che ringrazio per avermi invitato, nel quale illustrerò le nostre analisi del sistema monetario attuale ed i suoi meccanismi di funzionamento.
Fabio Conditi
Presidente dell’Associazione Moneta Positiva
articoli precedenti su Comedonchisciotte per approfondimenti :
Fonte: www.comedonchisciotte.org
15.05.2017
Nota di chiarimento sul signoraggio girato da Banca d’Italia allo Stato
Abbiamo chiesto direttamente a Banca d’Italia come vengono calcolate le cifre di reddito monetario, cioè di signoraggio, spettanti allo Stato Italiano, e questa è stata la risposta:
“Suggeriremmo di fare rimando al riquadro “Il reddito monetario” presente a pag.63 del bilancio della Banca d’Italia del 2015 (https://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/bilancio-esercizio/2016-bilancio-esercizio/bil-eserc-2016.pdf). Qui vengono illustrate le grandezze dalle quali esso deriva (cd. attività earmarkable), le modalità di calcolo (rendimento delle attività earmakable al netto dei costi della liability base, nonché il trattamento riservato al cosiddetto “gap”) e il processo di ripartizione tra le BCN basato sulle quote di partecipazione al capitale della BCE. Come si precisa nella parte finale del riquadro, il reddito così ottenuto è quello che spetta alla Banca (non allo Stato) e confluisce nel risultato d’esercizio di questa. La Banca – attraverso le imposte e la distribuzione dell’utile – fa confluire allo Stato la sua quota di “reddito monetario”, unitamente agli altri redditi derivanti dai propri investimenti (inclusi quelli a fronte del capitale e degli altri fondi patrimoniali), al netto dei costi di gestione e degli accantonamenti patrimoniali. Ad esempio, come si legge nel bilancio 2015, la quota di reddito monetario spettante alla Banca d’Italia nel 2015 è stata pari a 1.571 milioni. La quota di utile netto riconosciuta allo Stato è risultata pari a 2.157 milioni (oltre a imposte pari 1.012 milioni)”.
Chiedere è lecito, rispondere è cortesia.
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