Entro due anni

TO BE BANKABLE

    Il nuovo scandalo finanziario a sfondo giornalistico denominato Panama Papers sembra aver scoperchiato un nuovo vaso di Pandora ed all’improvviso i mass media nazionali hanno dato il via alla nuova caccia alle streghe 
di Eugenio Benetazzo  





Il nuovo scandalo finanziario a sfondo giornalistico denominato Panama Papers sembra aver scoperchiato un nuovo vaso di Pandora ed all’improvviso i mass media nazionali hanno dato il via alla nuova caccia alle streghe. Come se ancora ad oggi la maggior parte dei giornalisti non fosse a conoscenza delle conseguenze ed aspettative messe in essere dall’entrata in vigore ed a regime prima del FATCA negli USA e dopo del CRS per i paesi OCSE.
Il tutto naturalmente riguarda non tanto gli operatori dell’informazione come diretti interessati quanto piuttosto sia piccoli che grandi investitori, ed in taluni casi, piccoli e grandi evasori. Ma andiamo per gradi e proviamo a spiegarlo dal punto di vista tecnico quali sono le ripercussioni dei due dispositivi normativi sopra citati. Il FATCA, acronimo di Foreign Account Tax Compliance Act, rappresenta una disposizione normativa a livello federale degli Stati Uniti che obbliga i domestic taxpayers (contribuenti) a dichiarare tutti gli assets che detengono fuori dai confini statunitensi, inoltre viene fatto obbligo a tutte le istituzioni finanziarie e bancarie, non statunitensi, di rivelare al Dipartimento del Tesoro statunitense l’entità dei clienti che detengono tali assets, sia per quantità che per qualità. Lo scopo del dispositivo è scoprire, conoscere e individuare la composizione di patrimonio di contribuenti infedeli, loro li chiamano astute investors, che è sconosciuto all’occhio vigile della loro tax authority.
Ora, noi italiani abbiamo svariate soggezioni e timori quando riceviamo una lettera di colore verde o grigio chiaro proveniente dall’Agenzia delle Entrate, pensando in prima battuta che questa entità legale rappresenti l’atavico drago sputa fuoco, la bestia famelica onnivora o la vecchia signora con la falce. Potete ridimensionare abbondantemente queste nostre paure ancestrali, in quanto se fossimo contribuenti statunitensi avremmo a che fare con l’IRS (Internal Revenue Service) di gran lunga un mostro dalle dimensioni ed aggressività inimmaginabili. Considerate che mediamente un cittadino americano preferisce aver a che fare con la NSA (National Security Agency) o con il Federal Bureau of Investigation (FBI) piuttosto che affrontare l’IRS (anche a causa dell’aspetto penale che ha l’evasione fiscale negli USA), i cui poteri e capacità di penetrazione nella loro sfera personale sono molto simili a quelli di Ra, il Dio Sole nell’antico Egitto. Il FATCA è molto invasivo anche per le istituzioni finanziarie e bancarie, molte delle quali negli anni passati hanno deliberatamente estinto posizioni o conti di investimento di clientela statunitense pur di non aver a che fare con il Dipartimento del Tesoro degli USA (per la precisione la Sezione denominata International Tax Affairs). Pensate che oltre diecimila americani (negli ultimi quattro anni) hanno rinunciato alla cittadinanza americana, avendone ovviamente una seconda, pur di rompere i ponti con le autorità fiscali statunitensi: il più famoso di tutti è il Sindaco di Londra, Boris Johnson, nato a Manhattan (New York) da genitori britannici.
Il FATCA non è una novità, è stato approvato dal Congresso alla fine del 2010 ed a inizio 2014 erapraticamente adottato da quasi tutti i principali paesi partners degli USA (l’Italia lo ha recepito il 10 Gennaio 2014 e lo ha implementato dal 17 Agosto 2015, in ogni modo il più lento tra tutti gli stati occidentali). Non lo hanno ancora adottato, e ovviamente non dovrebbero farlo, quasi tutti gli stati africani (tranne Algeria e Sudafrica), Bolivia, Argentina, Russia, Iran, Pakistan ed Afghanistan. Il FATCA ha fatto da apripista, infatti gli USA generalmente sono avanti dieci anni rispetto a tutti su qualsiasi questione. Bastava infatti aspettare. Nel Settembre 2014, infatti, il G20 tenutosi in Australia, su istanza dell’OCSE, ha formalizzato e approvato la messa a regime del CRS, acronimo di Common Reporting Standard, volgarmente tradotto per i poveri italiani con le modalità di scambio spontaneo tra le nazioni aderenti all’OCSE di informazioni finanziarie e fiscali. Sostanzialmente da inizio 2015 tutti i 34 paesi aderenti all’OCSE comunicano su base spontanea gli uni con gli altri attraverso le loro rispettive tax authority e le diverse istituzioni finanziarie la consistenza patrimoniale ed eventualmente anche i flussi di reddito percepiti all’estero da un contribuente di un diverso paese. Il CRS per le sue ambiziose aspettative è stato anche ribattezzato GATCA ossia il Global Fatca. In pratica questo significa che dal 2015 si può sapere tutto di tutti (a meno che non siate russi, nigeriani o emiratini) sia sul versante patrimoniale che reddituale. Il FATCA ed il CRS rappresentano pertanto i due principali strumenti per contrastare sia l’evasione fiscale su scala mondiale che la gestione di flussi finanziari di provenienza illecita.
Sul piano pratico infatti che cosa è successo dal 2015 ? Semplice, le banche dei paesi occidentali chiudono d’ufficio i rapporti di provvista bancaria qualora non si siate in grado di fornire una certificazione asseverata sulla vostra regolarità fiscale o sulla comprovata provenienza ed origine dei vostri fondi finanziari. Ne abbiamo già parlato in altri post, per noi italiani entro due anni, tutto quello che si troverà al di fuori dai confini dell’Eurozona (al di là di specifici casi oggettivi) sarà rappresentativo di poste finanziarie cosidette non bancabili (not to be bankable) o canalizzabili. Sostanzialmente la banca in questione (che sia tedesca, inglese, spagnola o maltese) non sarà disposta ad aprirvi un rapporto di provvista bancaria e né tanto meno sarà disposta a canalizzare quel denaro che si trova oltre confine, al di fuori di quelli che possono essere motivazioni giustificabili al di là di ogni ragionevole dubbio (beyond any reasonable doubt). Italiani che in questi ultimi tre anni hanno fatto come dicono gli americani gli “astute investors” ve ne sono a decine di migliaia, soprattutto verso quei paesi che si pensavano potessero essere “investment and foreigner friendly”. Iniziate a preoccuparvi perchè è solo questione di tempo: vi troveranno, è una certezza. L’unica incertezza è quando. Abbiamo ormai l’imbarazzo per le mete prescelte ovviamente sintomatiche di trasferimenti fittizi (pur di scappare dalla ex moglie, dal fisco o dai creditori), cominciando proprio con l’ormai inutile Panama, gli Emirati Arabi Uniti, le Isole Cayman, Gibilterra, Liechtenstein, Hong Kong, Monaco, Portogallo con Madeira e la vituperata Svizzera. Entro due anni il vostro patrimonio dovrà essere bianco, qualsiasi altro colore non potrà essere considerato to be bankable, in altre parole sarà come non averlo proprio.
TO BE BANKABLE

di

Eugenio Benetazzo

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