L’Oro di Banca d’Italia

L’oro degli italiani? Non più, è della BCE. Parola di Draghi (grazie Valli e Zanni)

L’oro degli italiani ? Non più, più, ormai ha preso il volo.Lo afferma chiaramente Mario Draghi in una risposta scritta ad un’interrogazione dei deputati europei Marco Zanni e Marco Valli. In questa risposta scritta il Governatore Draghi afferma :
L’articolo 30 stabilisce altresì che “la BCE ha il pieno diritto di detenere e gestire le riserve in valuta che le vengono trasferite e di utilizzarle per gli scopi indicati [nello] Statuto”. Inoltre, ai sensi dell’articolo 31 dello Statuto del SEBC, la BCE approva le operazioni aventi per oggetto attività di riserva in valuta che restano alle banche centrali nazionali dopo i trasferimenti di cui all’articolo 30, nonché le operazioni degli Stati membri aventi per oggetto le loro attività di riserva in valuta estera dei saldi operativi, eccedenti un determinato limite. La finalità di tale competenza è assicurare la coerenza con le politiche monetaria e del cambio dell’Unione“.

Quindi secondo la BCE le riserve auree ed in valuta o sono gestite autonomamente dalla BCE oppure, anche quando rimaste in affidamento alle banche nazionali, sono gestite dalla BCE stessa, secondo quanto dice l’art 31 del SEBC:
Tutte le altre operazioni aventi per oggetto attività di riserva in valuta che restano alle banche centrali nazionali dopo i trasferimenti di cui all’articolo 30, nonché le operazioni degli Stati membri aventi per oggetto le loro attività di riserva in valuta estera dei saldi operativi, eccedenti un limite da stabilire nel quadro dell’articolo 31.3, sono soggette all’approvazione della BCE al fine di assicurarne la coerenza con le politiche monetaria e del cambio della Comunità.
Cioè , per fare un esempio per assurdo, se domani la BCE volesse far esplodere il Kwacha Malawaiano e per farlo volesse vendere o impegnare le riserve auree dei paesi membri della SEBC, cioè del sistema euro, lo potrebbe fare benissimo, e tra l”altro, godendo della totale indipendenza ed insindacabilità, oltre che di ampissime guarentigie di carattere giuridico, civile, penale ed amministrativo, nessuno potrebbe dirgli nulla. L’imperatore Caligola aveva un potere molto, molto meno arbitrario ed assoluto della BCE.
Ringraziamo gli onorevoli Valli e Zanni per aver  chiarito un altro punto del costrutto antidemocratico europeo.

L’Oro di Banca d’Italia (di Nino Galloni)



Mario Draghi ha risposto direttamente alle interrogazioni europarlamentari gialloverdi sull’argomento. Ha parlato di diritto della BCE a detenere e gestire risorse valutarie (in base all’art. 30 dello Statuto della stessa BCE). Si tratta, dunque, di due aspetti: se gestisce e detiene vuol dire che non è proprietaria, in altre parole che non può vendere; ma se si tratta di riserva valutaria essa può dover essere venduta (almeno in teoria) in base ad evidenti esigenze.
Orbene, in queste situazioni, per vendere (atto straordinario) occorre l’autorizzazione di un’autorità sovraordinata nell’interesse del proprietario (Popolo italiano, beni inalienabili; Stato italiano, beni alienabili); ma tale autorità sovraordinata non esiste. Quindi, delle due l’una: o l’oro è riserva, allora manca l’autorità di garanzia (come nel caso delle proprietà di un minore o di un soggetto non considerato autonomo); o l’oro non si può vendere e allora non è “riserva”. In effetti, secondo ed ancor più delicato aspetto: lo Statuto della BCE parla di riserve valutarie, ma l’oro poteva venir considerato tale quando c’era l’aggancio della moneta all’oro (ed alle altre valute con cambio fisso fra di loro e convertibilità in oro stabilita dagli accordi internazionali). Oggi non è più così: la compravendita di oro nelle varie valute (o viceversa) non è decisa da accordi o da un’autorità, ma dal libero mercato.
La questione sarebbe semplicissima in un’ottica storica: dopo il 1971 trattasi di una risorsa, non di una riserva (in senso  tecnico-monetario). L’unica competenza della BCE, quindi, riguarda il regime autorizzativo verso la Banca d’Italia in termini di vigilanza su di essa come previsto dai Trattati e dallo stesso Statuto.

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