Il terrorismo psicologico sul
debito pubblico
L'Istituto Bruno Leoni ha posto dei contatori del debito pubblico
italiano nelle più grandi stazioni, ricordandoci che ognuno di noi ha
quarantamila euro di debito pubblico sulle spalle. Questa storiella che i
nostri figli dovranno pagare il debito al posto nostro ha veramente superato
ogni limite.
Da qualche giorno nelle principali stazioni di Roma e Milano
aleggia un contatore dell’Istituto Bruno Leoni che ci ricorda a quanto ammonta
il debito pubblico italiano e ci invita a pensare, dato che quel debito lo
pagheremo anche noi. Sul loro sito vanno più a fondo: “Tante promesse, ma una
sola certezza: il debito. Più di 2mila miliardi di euro. Quasi 40mila euro
sulle spalle di ogni italiano, bebè compresi. Eppure, in questa campagna
elettorale, la politica promette, promette, promette. Ricorda, ogni promessa è
debito. Ogni promessa fa debito.” Avete capito? Ogni Italiano ha un debito di
40mila euro, bebè compresi! Occhio quindi a procreare, che non fareste altro
che mettere al mondo persone indebitate!
Sapete perché, se un comune cittadino inizia a stampare
banconote nel suo garage, va in galera con l’accusa di essere un falsario? E
perché se raccoglie tasse nel suo quartiere viene denunciato per associazione a
delinquere? Risposta banale, ma vedendo questi contatori nelle stazioni per
nulla scontata, purtroppo. Perché è un semplice cittadino, e non uno stato.
Questo, in quanto tale, ha il potere di battere moneta, di raccogliere le tasse
e di esercitare la forza. Il cittadino no. Quando si parla di debito pubblico,
l’errore più grave e infantile che si possa fare è proprio quello di
considerare lo stato come una famiglia: ossia confondere il settore privato con
quello pubblico.
Surreale come cosa, dato che dopo ormai dieci anni dallo
scoppio della crisi si sta ancora blaterando del problema del debito pubblico,
quando questa è scoppiata a causa del debito privato e anche la Commissione
Europea ha recentemente ribadito che il debito pubblico italiano è sostenibile.
Stiamo curando una malattia che non c’è, cercando di raggiungere valori scelti
arbitrariamente a tavolino senza nessun filo logico. D’altra parte però, il
debito privato continua ancora a trainare la crescita di molti paesi,
foraggiando un modello di sviluppo malato dove il debito privato costituisce un
vero e proprio doping per sopperire alle carenze teoriche e pratiche dei
sistemi liberisti.
L’amministrazione Obama ha risollevato gli USA dalla crisi
con un enorme aumento del debito; Trump finanzierà la detassazione delle
imprese col deficit. Inoltre pochi giorni fa ha svelato il piano per le
infrastrutture, consistente in 200 miliardi di fondi federali che andrebbero a
stimolare almeno 1500 miliardi di investimenti nei prossimi dieci anni. Il
deficit pubblico degli Stati Uniti del prossimo anno dovrebbe superare i 1.000
miliardi di dollari, più del doppio di quello previsto. Quanti hanno il
coraggio di dire che gli Stati Uniti rischiano il fallimento? Nessuno, perché
un paese che ha una banca centrale semplicemente non può fallire. Mai.
Sebbene in campagna elettorale siamo abituati a sentirne di
tutti i colori, c’è un limite a tutto. Minacciare le persone comuni affermando
che hanno quarantamila euro di debito pubblico sulle spalle è semplicemente
terrorismo psicologico. Ad ogni debito corrisponde un credito: se lo stato ha
debito pubblico, i cittadini hanno un credito privato. L’economia si fa almeno
in due. I liberali non hanno perso occasione per ricordarci quanto la loro
teoria economica sia semplicemente e oggettivamente infondata.
di Alessio Pizzichini
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