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Abolizione dei vitalizi parlamentari? No, tagli pensionistici in arrivo per tutti

 


 “Qui c’è la tentazione di ricalcolare con il contributivo tutte le pensioni in essere. E’ un attacco strumentale, da campagna elettorale, ci sono categorie molto più privilegiate dei parlamentari. Ho l’impressione che Boeri stia usando la questione dei vitalizi degli ex parlamentari in maniera strumentale per arrivare ai ricalcolo con il metodo contributivo di tutte le prestazioni pensionistiche in essere. Ma questo sarebbe incostituzionale e lederebbe i diritti acquisiti di milioni di persone, non di qualche migliaio di ex parlamentari”. Antonello Falomi, ex senatore Ds e Rifondazione comunista e segretario dell’Associazione degli ex parlamentari, si è fatto un’idea chiara del progetto politico di Boeri portato in aula dal PD.
In pratica, nonostante le demagogiche rassicurazioni di Matteo Richetti, se, dopo la  Camera, la legge retroattiva targata  PD passerà anche al Senato, ad essere a rischio non saranno tanto un gruppetto di ex parlamentari in pensione da anni, ma almeno venti milioni di pensionati italiani che, per un principio di equità costituzionale potranno vedersi decurtate le pensioni in base alla stessa legge oggi approvata per gli ex parlamentari. Non sarà infatti così semplice, sancire che agli ex parlamentari venga, sulla base della proporzionalità contributiva, tagliata la pensione, mentre la folta schiera di baby pensionati (andati in quiescenza a 30-35 anni, dopo pochi anni di lavoro grazie ai partiti di sinistra e ai sindacati) dovrebbero continuare a percepire pensioni per ottenere le quali avevano versato poche migliaia di lire.
Quello votato mercoledì alla Camera è un “atto di macelleria sociale per 20 milioni di pensionati” ha sostenuto il deputato di Forza Italia Francesco Paolo Sisto intervenendo in Aula durante la discussione sulle questioni pregiudiziali. Le misure all’esame della Camera, e che portano la firma del Pd, sono “un provvedimento barbaro sul piano costituzionale” e rappresentano una scelta “irresponsabile”.
Del resto la Consulta si è già pronunciata diverse volte sul tema sentenziando che non si può chiedere solo ad una particolare categoria, nella fattispecie i pensionati, di contribuire ai sacrifici collettivi.
«Il testo Richetti è un obbrobrio» – hanno detto i parlamentari contrari al progetto di legge. «Che le norme per andare in pensione vigenti in una certa epoca possano essere cambiate retroattivamente rappresenta anche un duro colpo allo Stato di diritto. Nessun cittadino, nessun pensionato avrà più la certezza che i diritti che gli sono stati garantiti dalle leggi dello Stato saranno rispettati in futuro…Si tratta di una legge palesemente incostituzionale che farà la fine di tante leggi-volantino fatte per guadagnare consenso e poi bocciate dalla Consulta».
Ma PD e grillini sono in piena campagna elettorale, se ne fregano di chi tira in campo la “macelleria sociale” e non intendono farsi sfuggire l’occasione per “ben figurare”.
Ben figurare è però solo un eufemismo in quanto il progetto di legge, incostituzionalità a parte, presenta aspetti a dir poco fantasiosi. Ad esempio, l’art. 13, proposto dalla deputata PD Daniela Gasparini, propone un regalino ai familiari destinatari di assegno di reversibilità: «In assenza di altri redditi… per i soli trattamenti in essere alla data di entrata in vigore della presente legge, la misura della pensione di cui all’articolo 11 è aumentata del 20%». Tradotto, significa che il beneficiario della reversibilità privo di redditi percepirà il 60% dell’importo come gli altri italiani: però maggiorato di un quinto. «Ad evitare – spiega la stessa Gasparini – che i congiunti di parlamentari senza altro reddito finiscano a fare i giardinieri o le sguattere». A parte il linguaggio insolito per un post-comunista, avremo una legge che, paradossalmente, combatte la casta, ma offre un aiutino ai suoi familiari.
Richetti e compagni del PD con questa operazione porteranno nelle casse dello Stato 76 milioni di euro all’anno, una cifra che rappresenta poco o nulla nel bilancio di uno Stato. Sarebbero stati di più se, dando l’esempio, i parlamentari in carica si fossero decurtati anche lo stipendio, come il progetto di legge grillino prevedeva in origine, ma s’è preferito soprassedere andando a colpire solo gli ex colleghi e badando bene di non pestare i piedi alle categorie più forti e privilegiate, come gli ex Presidenti della Repubblica, i magistrati, e gli alti funzionari dello Stato che percepiscono stipendi e liquidazioni da nababbi di molto superiori a quelle dei parlamentari.
La nuova legge votata alla Camera, sancendo l’obbligo del contributivo per tutti, aprirà la strada ad ulteriori bordate contro il sistema pensionistico. Aveva ragione Indro Montanelli quando scriveva che “la sinistra ama talmente i poveri che ogni volta che va al potere li aumenta di numero”.
di Paolo Chiaradia del 27-07-2017

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