Ormai è un’industria

Per Gallup, oggi ci sono 710 milioni di potenziali migranti al mondo. Li prendiamo tutti per le ONG?

Di Mauro Bottarelli , il 78 Comment
 
 
La notizia, ovviamente, è passata sotto silenzio. Era il 7 giugno scorso quando “IlSole24Ore”, in un rigurgito di realismo, pubblicava un’inchiesta con i fiocchi di Enrico Verga dal titolo che non lasciava particolari spazi all’interpretazione: “In Italia quella dei migranti ormai è un’industria. E vale oltre 4 miliardi”. Qualche freddo numero, preso dall’indagine. In Italia sono arrivati, tra il gennaio 2014 e il dicembre 2016, 505.378 migranti, fonte ministero dell’Interno e quelli che interessano direttamente il nostro Paese sono per lo più prodotti in Africa. Dei tre corridoi indicati dallo IOM (Organizzazione Internazionale per i Migranti), quello mediterraneo centrale (che interessa la rotta Libia-Italia) è il più attivo ma a questi si aggiungono quelli sbarcati sino a oggi (ultimo aggiornamento 24 maggio 2017 dello IOM) di oltre 50.267 unità (in pratica, nei soli primi 5 mesi del 2017 in Italia sono già sbarcati il 10% del totale degli ultimi 3 anni). Nell’area mediterranea, dall’inizio 2017 al 24 maggio, sono arrivati 60mila migranti, la quasi totalità in Italia, con un trend di traffico in aumento rispetto allo stesso periodo anno 2016.


Se poi analizziamo il sito del ministero dell’Interno aggiornato, notiamo che le richieste di asilo sono drasticamente aumentate negli ultimi anni. I maggiori richiedenti sono di origine africana, per lo più migranti economici. E quanto costa quello flusso all’Italia? Per il 2017 parliamo di qualcosa come 4,6 miliardi di euro. Sempre citando l’inchiesta: “L’impatto complessivo sul bilancio italiano della spesa per migranti, in termini di indebitamento netto e al netto dei contributi dell’Unione europea, è attualmente quantificato in 2,6 miliardi per il 2015, previsto pari a 3,3 miliardi per il 2016 e 3,8 per il 2017, in uno scenario costante, ossia in assenza di un ulteriore acuirsi della crisi. Tale stima tiene conto della spesa per l’accoglienza, per il soccorso in mare e per i riflessi immediati su sanità e istruzione. In particolare, il soccorso in mare vede impegnati oltre ai corpi militari, gli uomini e i mezzi delle Capitanerie di porto e della Guardia di finanza. E parliamo di stime ufficiali del ministero dell’Economia.

“In 3 anni occorre quindi sommare 2,6 + 3,3 + 3,8 = 9,4 miliardi di euro. Il conteggio di 3,8 miliardi di euro, tuttavia, era una previsione. In data aprile 2017, il ministero ha infatti rivesto i conti e fatto due previsioni di spesa già superiori: uno scenario “cauto” che implica una spesa di 4,2 miliardi di euro per tutto il 2017 e uno di crescita (sulla base degli storici direi il più plausibile) di 4,6 miliardi di euro”, si sottolineava nell’articolo. Ma d’altronde, ci pagheranno le nostre pensioni, vero? Il Pew Research riporta (al 31 agosto, anno 2016) una cifra di circa 15 miliardi di dollari usciti dall’Italia diretti in varie nazioni: in pratica, i migranti che lavorano sono degli ottimi risparmiatori ma i loro risparmi (o una parte notevole di essi) vanno a finanziare la crescita delle loro nazioni di origine. E veniamo un po’ al dato davvero interessante, quello delle ONG impegnate sul fronte dell’immigrazione e dell’accoglienza.

Al netto del dato dei 4 miliardi di giro d’affari, di per sé già chiarificatore di tanto zelo, ecco la risposta dell’Istituto Italiano Donazioni (IID) rispetto al fatto se sia corretto chiamare “volontari” gli operator delle ONG: “Il personale F2F è pagato, quindi non è corretto definirlo volontario. Per definire questo profilo professionale, i termine corretto è dialogatore, poiché si tratta di persone selezionate e formate per instaurare un dialogo diretto con i cittadini incontrati per strada o presso gli stand allestiti in piazze, centri commerciali, teatri, etc”. E guarda caso, nonostante in Italia sia calato un silenzio tombale sulle inchieste relative ai presunti rapporti tra ONG e scafisti, sabato scorso la Marina libica ha intimato a diverse imbarcazioni umanitarie di allontanarsi dalle acque territoriali libiche e di non schierarsi in attesa dei gommoni con i migranti. Di più, i libici hanno apertamente accusato le ONG di essere in contatto diretto con persone a bordo delle imbarcazioni che sono state poi intercettate dalle guardia costiera. Oplà, poi è successo quello che tutti i buonisti dei miei coglioni continuano a definire impossibile: complessivamente, 570 migranti sono stati riportati indietro. RIPORTATI INDIETRO.

In una nota ufficiale, il portavoce della Marina libica, l’ammiraglio Ayob Amr Ghasem, sostiene che “chiamate wireless sono state rilevate, una mezz’ora prima dell’individuazione dei barconi, tra organizzazioni internazionali non-governative che sostenevano di voler salvare i migranti illegali in prossimità delle acque territoriali libiche. Sembrava che queste ONG aspettassero i barconi per abbordarli. Le Guardie costiere hanno preso contatto con queste ONG e hanno domandato loro di lasciare le acque territoriali libiche”. Allora non sono illazioni razziste? Allora il procuratore di Catania non è un mitomane xenofobo? O sono tutti nazisti anche quelli della Marina libica? Certo che è fantastico, è bastato che spirasse per qualche giorno il venticello del voto anticipato e guarda che efficienza con i rimpatri diretti?! Minniti deve aver fatto non poca pressione dalle parti di Tripoli: alla luce dell’accaduto, le ONG implicate non vanno incontro ad alcuna sanzione o denuncia?
Ma forse sono razzisti anche quelli dell’istituto demoscopico Gallup, il più autorevole degli Stati Uniti, il quale nel suo ultimo studio ha confermato che il numero di potenziali migranti nel mondo è arrivato a quota 710 milioni di persone. A livello globale, il 24% degli adulti vuole migrare, con il tasso maggiore nell’Africa sub-sahariana (30%), nell’Europa al di fuori dell’UE (21%), seguiti da America Latina e Caraibi (18%), Medio Oriente e Nord Africa (19%), UE (20%), Commonwealth (15%), Oceania (9%) e Nord America (10%). Gli Stati Uniti restano la meta più ambita, visto che un migrante potenziale su cinque cita gli USA come meta prioritaria, seguiti da Germania, Canada, Regno Unito, Francia, Australia e Arabia Saudita. E, attenzione, perché come mostrano anche i grafici,



se la percentuale di migranti che vuole andare in America non si è discostata molto dagli anni precedenti, la preferenza per la Germania è salita da 28 milioni a 39, il tutto grazie alla politica di porte aperte della Merkel. E Gallup, maledetto covo di nazisti, certifica che quell’ondata di immigrazione ha portato a un aumento del 50% dei crimini in Germania commessi da stranieri. Perde invece appeal il Regno Unito dopo il Brexit, visto che oggi sono 35 milioni le persone che vorrebbero approdare in Gran Bretagna contro i 43 milioni registrati tra il 2010 e il 2012: vuoi vedere che mandare a fare in culo l’UE, i ricollocamenti, Juncker e la Mogherini, il Trattato di Dublino e Avramopulos e riprendersi il controllo dei confini funziona anche da deterrente? Accidenti, però, che numeri! Un sacco di potenziali clienti per le ONG! Come diceva Carl Carlo Pravettoni, la Borsa si impenna! Ma da ridere, in realtà, c’è ben poco.

E a confermarlo è un dossier redatto dall’Osservatorio parlamentare di politica internazionale che certifica una vera e propria “transizione demografica”. Nel 2050, la popolazione dei paesi del Mediterraneo sarà cresciuta del 25,8% rispetto al 2015, arrivando a quota 649,1 milioni di abitanti. Il risultato si ottiene da una riduzione demografica del 2% nei Paesi membri dell’Unione europea e un amento del 49,7% di quelli del Nord Africa, a cui va sommato un aumento del 66,8% di paesi del Medio Oriente e un aumento del 18,8% dei Paesi candidati a entrare nell’Unione europea. Oggi gli europei, che si affacciano sul Mar Mediterraneo, sono più della metà del totale ma, tra 35 anni, scenderanno al 46,3% e, di conseguenza, avranno perso la “maggioranza”, visto che il 53,7% sarà, invece, composto da nordafricani e mediorientali, che nel 2050 saranno 120,8 milioni in più rispetto ai numeri del 2015.
Qualcosa decisamente non va. E se qui parliamo di trend macro che vanno assolutamente invertiti e rallentati, agendo in ogni sede politica e istituzionale opportuna, alla faccia delle teorie di chi vede come necessario e benedetto il meticciato che rafforzerà la stirpe europea, già oggi siamo abbastanza allo sbando. Questa foto

è relativa a quanto accaduto due settimana fa sulla rinomata spiaggia “Pane e Pomodoro” di Bari, frequentatissima da famiglie con bambini non appena arriva la bella stagione. Di colpo, nel mezzo di un placido pomeriggio di inizio estate, è uscita dall’acqua la versione migrante e politicamente corretta della Venere di Botticelli: un uomo di colore, completamente nudo e ubriaco. Il tutto, in assoluta naturalezza, mentre attorno donne, bambini e anziani, guardavano la scena tra l’attonito e lo sconvolto. E, paradossalmente, manco ci si può arrabbiare troppo con lui: nella sua cultura, al suo Paese, girare con il birillo in bella vista è normale, quelli strani sono gli altri, assurdamente coperti da costumi da bagno e prendisole, con quel caldo. Non c’è niente da fare: puoi sperare di integrare quanto vuoi ma è come infilare una tessera sbagliata nel puzzle, Puoi far forza, spingere, smussare ma, alla fine, si rompe. E qualcosa si è definitivamente rotto qui,

nel parco Cervi di Rimini, dove non solo le risorse bivaccano senza che nessun’altro possa permettersi di fare altrettanto ma spacciano anche a cielo aperto, accettando il pagamento della droga in natura da parte di giovanissime. Seduta stante, al parco, in pieno giorno e davanti a tutti. A denunciare il fatto, i residenti esasperati della zona al “Resto del Carlino” pochi giorni fa, delineando una situazione al limite dell’incredibile: “Qui abbiamo paura anche solo a portare a spasso il cane… Gli spacciatori hanno ormai occupato tutto lo spazio che va dall’Arco d’Augusto fino all’altezza della chiesa di Santa Rita. Dalle finestre li vediamo bene mentre vanno a prendere la roba in mezzo ai cespugli o sotto le pietre. Vediamo i ragazzini italiani arrivare a frotte dal centro e fare gli acquisti. Ma quel che è peggio è che da quest’anno sembra essersi inaugurata una nuova trattativa”.

Ovvero? “Fanno sesso alla luce del giorno: l’altro pomeriggio sono scesa per portare a spasso il cane e c’era una giovane, secondo me non era nemmeno maggiorenne, era per metà sotto una coperta e faceva qualcosa con uno dei ragazzi nordafricani del parco. Sono tante quelle che scambiano sesso con droga. Hanno l’età delle mie figlie, mi sembra incredibile che possa accadere. Non hanno nessuna remora, lo fanno in mezzo alla gente”. Non rimane molto tempo, o si alzano muri (e barricate, se serve) oppure arrendiamoci: primo, per esserci lasciati invadere e conquistare. Secondo, per aver fatto crescere – in nome del progressismo, della supposta e presunta libertà democratica e del relativismo – una generazione che non ci pensa due volte, scusate la rudezza, a fare una sega (o di peggio) a cielo aperto e in pieno giorno a un spacciatore, in cambio di una dose. Magari, a 13 o 14 anni. Ho il vomito.

Commenti