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Il suo mestiere

Mister Draghi è troppo arrogante. E sull’euro ha torto 

draghi 1Ci risiamo: di fronte a una crisi l’establishment europeo reagisce nel peggiore dei modi, continuando imperterrito sulla strada percorsa finora, che è all’origine della profonda disaffezione di una parte importante dell’opinione pubblica europea. Emblematiche, in tal senso, sono le dichiarazioni di ieri del governatore della Bce Mario Draghi, che continua a descrivere come paradisiaca una realtà che invece appare disperata.
Dice che l’euro ci ha salvati dalla crisi. Davvero? L’Italia si è salvata dalla crisi dei mutui subprime perché le sue banche avevano in portafoglio pochi titoli tossici, contrariamente a quelle tedesche e a molte francesi, che invece ne erano piene. Sì per Berlino e per Parigi gli interventi coordinati sovranazionali sono stati salvifici.
greciaGuarda un po’ si tratta delle stesse banche che avevano fatto incetta di titoli greci e – in difesa delle quali, ancora una volta – è stata “salvata” la Grecia. Quanto salva sia la Grecia lo vedete dall’immagine qui di fianco e da questi dati: il reddito procapite è sotto del 20% rispetto  a quello del 2008, l’economia non cresce, le pensioni sono state falcidiate come l’assistenza pubblica, la disoccupazione è al 23% e al 44% per i giovani tra 15 e 24 anni e il debito è salito al 176% del PIL. E cosa fa la Troika? Chiede ancora più austerity ovvero ancora più sangue a un Paese che non ha più nemmeno le forze per reggersi in piedi.
La mazzata all’economia italiana l’ha data il governo Monti, adottando misure fortemente recessive, volute dall’Unione europea, che, per sua stessa ammissione, “uccisero la domanda interna” e adottando il Meccanismo europeo di stabilità, la cui quota italiana che ha fatto esplodere il debito pubblico.
D’altronde se, come sostiene Draghi, la situazione in Europa fosse pienamente ristabilita, perché la Bce si trova costretta a proseguire per tutto il 2017 il Quantitative Easing, l’acquisto di titoli di Stato, ovvero una droga inventata dalla Federal Reserve e contraria ai più ovvi e un tempo inviolabili principi economici liberali?
E poi:  Draghi dice che l’Euro è irrevocabile. Lo capiamo, deve parlare così per il ruolo che ricopre e per correggere la dichiarazione di alcuni giorni fa, in cui aveva lasciato intendere che l’abbandono della moneta unica era possibile ma pagando i debiti contratti con la stessa Bce. Al presidente della Banca centrale sfugge un piccolo dettaglio: a decidere se una moneta sia o no irrevocabile possono essere solo i popoli, almeno in quelle democrazie che oggi spaventano l’élite che egli rappresenta.
La verità è che dell’euro ha beneficiato un solo Paese: la Germania. E che le misure decise dall’Unione europea in sintonia con la Bce, vedi il fiscal compact, non hanno creato un’economia migliore e più dinamica, bensì in troppo Paesi, come l’Italia, soffocata, inibita dalla pressione fiscale e da normative astruse, incapace di generare occupazione e con una pressione crescente, al ribasso, sui salari. Che tradotto significa: meno lavoro e quel poco pagato malissimo, più tasse per tutti, anche per quelle piccole imprese da sempre fondamentali nel tessuto economico europeo.
Quel che i Monti, i Draghi, gli Juncker non capiscono è che l’ondata di rivolta anche euroscettica l’ha provocata chi ha governato l’Europa negli ultimi 25 anni. E che il mix economico-sociale, generato anche da altri fattori (globalizzazione e tecnologia) è esplosivo.
Il vero problema non sono i populisti. Il vero problema sono loro. E’ la loro arroganza, è quel senso di superiorità che li induce a negare persino l’esistenza del problema, e dunque a continuare sulla stessa rovinosa strada percorsa finora.


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