A Giovinia

ITAZUBI 2016: euro ed emigrazione (pardon: mobilità del lavoro)


(…ricevo da un lettore qui souhaite rester anonyme questa lettera. Segue breve commento per gli idioti di Schengen…)
Gentile Professore,
sono uno dei lettori presenti lo scorso XX/YYYY a Giovinia all’incontro con Goebbels; la ringrazio perché senza il suo lavoro avrei considerato quanto in oggetto semplicemente un “programma retribuito di studio e lavoro in Germania” finanziato dalle benevole istituzioni europee per i nostri giovani Relitti & Puzzoni.
Infatti, qualora non lo conoscesse, le segnalo che sotto il nome da manga giapponese si cela questo progetto:
che a Giovinia, dove la disoccupazione giovanile è altissima, ci è stato spiegato da questa “‘Agenzia” pagata da fondi UE:
https://www.bridge4mobility.com/it/
come nei prospettini che in Furore di Steinbeck illudevano i poveracci dell’Oklahoma in fuga verso la terra promessa (quella almeno era la California) al giovane italiano bramoso di futuro spiegano bene come stanno le cose:
e cosa deve fare il giovane medesimo “PERCHE’ L’EUROPA ne ha bisogno”:
alcune perle per quanti sono attenti ai rapporti tra lingua e potere ogni tanto ospiti su Goofynomics si trovan qui:
ancora grazie e saluti,
Anonimo Italiano
(…solo una considerazione. Qualche imbecille, sempre in eccesso di offerta, dirà: “Vedi come sono bravi i teteschi, come si organizzano!”. Le cose stanno in modo diverso. I tedeschi sono bravi, come noi. Le loro élite un po’ meno. Il loro capitalismo sappiamo come funziona, ha un’intrinseca deriva imperialistica – sopra la media degli altri capitalismi – che porta la Germania regolarmente a perdere guerre mondiali con grande dispendio di vite umane. Ne conseguono crisi demografiche delle quali abbiamo parlato. La Germagna non è “più brava”. La Germagna ha più bisogno di braccia di quanto ne abbiamo noi, e si organizza. Lo fa gestendo come sappiamo il problema umanitario amplificato dalla Turchia, e lo fa promuovendo una emigrazione selettiva dai paesi in crisi, cioè prendendosi i giovani migliori, cioè compromettendo alle radici la possibilità di ripresa di questi paesi.
Per questo chi dice che “in fondo Schengen non era una cattiva idea”, prima di essere un neoclassico (perché implicitamente sostiene l’idea che i movimenti di fattori produttivi abbiano una funzione riequilibrante del sistema economico), è un cretino (peraltro, se si atteggia a intellettuale “de sinistra”, dimostra di essere cretino per il semplice fatto di essere neoclassico “a sua insaputa”, come la buonanima di Scajola). La cretineria deriva dal non voler capire quello che ho detto in tante circostanze, ovvero che in un’area economicamente integrata ma culturalmente disintegrata (cioè caratterizzata da rilevanti barriere linguistiche e culturali) il movimento del fattore lavoro ha necessariamente effetti avversi per i paesi più deboli, perché solo i più culturalmente attrezzati – e quindi produttivi – possono muoversi in cerca di lavoro da questi paesi verso i paesi egemoni.
Non è nazionalismo. Semplicemente, è letteratura scientifica. Qui una breve bibliografia (per la quale ringrazio Christian Mongeau):
Akkoyunlu and Vickerman (2001) “Migration and the Efficiency of European Labour Markets
“Regional differences in skill or education may be self-perpetuating because higher skilled and better educated individuals are the most likely to migrate out of the depressed regions”
Fatas, A. (1998) “Intranational labor migration, business cycles and growth”, Insead Working Paper, 1998/76.
“Migration of high-skilled and qualified workers has remained much more stable than the migration of manual low-skilled workers, which has sharply fallen in the last 20 years. In some European regions, or countries, this is a source of concern because migration will then work to increase regional disparities instead of diminishing them.”
Ugo Fratesi & Massimiliano Riggi, 2004. “Migration and Regional Disparities: the Role of Skill Biased Flows,” Urban/Regional 0407004, EconWPA.
“We identify and model two complementary mechanisms for skill biased migration flows to take place. The first one resides in the way wages are set. If, in fact, the most skilled workers are not paid their productivity because of wage compression, they will have an incentive to move towards regions with a more dispersed wage scheme. The second mechanism dwells in the existence of some regional specific immobile assets, which make workers di®erently productive in different regions; this happens to a larger extent for those endowed with highest skills, which will therefore be more likely to overcome the mobility costs. Hence a Kaldor-type cumulative process bearing persistent regional disparities is set up.”
Holland, D. and Paluchowski, P. (2013) “Geographical labour mobility in the context of the crisis”, NIESR.
“Limited evidence suggests that the higher skilled mobile population within the EU has increasingly located within the Core economies, at the expense of the Periphery.”
e perfino quel pezzo da novanta del nostro Barry, quello che nel 1993 l’aveva detto chiaro che i costi del progetto superavano ampiamenti gli esigui vantaggi, oggi ci dice che:
“This brain drain can have a permanent negative effect on the productive potential of the sending economies. In turn, that negative productivity effect can have a reinforcing impact on competitiveness and unemployment in the adversely affected regions (Brezzi and Piancentini 2010). In addition, the outmigration of the most skilled can weaken the incentive for the adversely affected regions to invest in skills and training, with further negative implications for their competitiveness.” 
Chiaro? Così evito di querelare qualche cretino più cretino della media che magari mi dà del nazista perché affermo l’ovvio (tutto già successo in quella fogna a cielo aperto che è Twitter).
Ultima considerazione: cosa rende così necessaria la mobilità? Perché Maastricht rende necessario Schengen?
Voi lo sapete, ma repetita juvant. I giovani migliori, cioè quelli che possono, devono lasciare i paesi in crisi per il semplice motivo che non c’è lavoro. E il lavoro manca perché creare disoccupazione tramite l’austerità e la “flessibilità” del mercato del lavoro è l’unico modo per far scendere i salari. E i salari devono scendere, nei paesi più deboli (quindi più poveri) perché in assenza di aggiustamento del cambio questo è l’unico modo per riportare i conti con l’estero a posto. Il legame fra Schengen (cioè la mobilità del lavoro) e Maastricht (cioè la mobilità del capitale) è tutto qui.
Schengen, sostanzialmente, è la vaselina: serve a far sì che quelli un po’ migliori – e quindi potenzialmente più pericolosi, perché un po’ più capaci di rendersi conto di cosa sta succedendo – possano trovare una loro nicchia nella quale accontentarsi. Lubrifica le distorsioni indotte da Maastricht. Ma, nel facilitare l’aggiustamento “neoclassico” via mobilità dei fattori, in realtà Schengen amplifica le divergenze strutturali fra Nord e Sud in una spirale distruttiva. Più giovani abbandonano il Sud, più la produttività del Sud diminuisce, e più sarà necessario far leva sulla deflazione salariale e solo su quella per recuperare competitività, quindi ci vorrà più disoccupazione, e quindi più giovani abbandoneranno il Sud.

E tutto questo perché? Per non voler fare quello che 173 stati sovrani al mondo fanno: avere una propria valuta che funga da ammortizzatore degli shock esterni, costringendosi così a utilizzare come ammortizzatore la disoccupazione, cosa che tanto limpidamente Dornbusch ci aveva detto, prendendosi gioco dei porci fottuti populisti per i quali l’euro sarebbe stato una panacea!
Il riflesso pavloviano lo conoscete, no? “Eh, ma Dornbusch, signora mia, era tanto tanto neoclassico! Timeo Danaos et dona ferentes…”
Bravi, intellettuali di sinistra: e allora voi fate i marxisti, o i keynesiani, continuando a sostenere un sistema che si basa sulla logica dell’aggiustamento neoclassico via mobilità dei fattori, quella appena descritta. Continuate insomma a difendere Schengen, che non capite, perché non capite Maastricht, che non capite perché non volete capirlo, e che non volete capire perché vi brucia ammettere la vostra cretinaggine o il vostro tradimento.
Tranquilli: la merda sta salendo. Vi auguro una serena fine prima che arrivi a voi, perché quando sarà arrivata, temo, ahimè, che i vostri figli vi chiuderanno gli occhi non con una lacrima, ma con una bestemmia. Son cose brutte, che non si vorrebbe succedessero, ma che la hybris rende periodicamente inevitabili…)
Alberto Bagnai

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