BILANCIO CONSUNTIVO DELL’EURO


di Marco Della Luna

Gli odierni dati statistici mostrano che, dall’introduzione dell’Euro:
1-i paesi dell’Eurozona sono quelli cresciuti meno tra i paesi OCSE;
2-i paesi mediterranei sono quelli cresciuti meno tra i paesi dell’Eurozona;
3-l’Italia è il paese cresciuto meno tra quelli mediterranei;

4-le differenze economiche e finanziarie tra aree forti e aree deboli si sono ampliate;
5-il Meridione italiano non è cresciuto affatto, anzi è calato, raggiungendo un divario del 70% circa rispetto al Nord;
6-se togliamo dal suo pil i trasferimenti che riceve dal Nord supetassato, praticamente il Meridione è Terzo Mondo, senza spinte di crescita e con disoccupazione al 50% circa;
7-il Meridione, gravando sull’economia del Nord, la deprime e trascina il Nord nel declino;
8-gli investimenti in Italia sono crollati del 20%, e nel Meridione del 38%;
9-non si vedono reazioni correttive a quanto sopra, ma tutto continua nella suddetta direzione;
10-gli aiuti dalle aree più efficienti a quelle meno efficienti consentono a queste ultime di mantenere le loro inefficienze;
11-i governi italiani, almeno da 15 anni, governano nell’interesse della Germania e di altri paesi stranieri, e contro l’interesse degli Italiani.
Conclusioni basate sui fatti osservati in 15 anni:
1-l’Euro funziona all’inverso di come era stato promesso;
2-la moneta unica (rectius: il blocco dei cambi) aumenta le divergenze tra i paesi che le adottano;
3-soffoca le economie più deboli, causando in esse disinvestimenti, disoccupazione, insolvenze, emigrazione di massa;
4-non aumenta l’efficienza, non corregge le pratiche sbagliate, non suscita reazioni di adattamento, ma peggiora le pratiche scorrette spingendo le classi dominanti a difendere le loro posizioni;
5-ci dovrebbero essere, in un sistema di cambi flessibili, tante monete quante le diverse aree di pari produttività; quindi una moneta per le aree più produttive (come sicuramente la Germania Occidentale), una per quelle meno produttive (quindi sicuramente una per il Meridione italiano e la Grecia), una per le aree intermedie;
6- ovviamente ciascuna area dovrebbe essere uno Stato indipendente, con una sua politica economica;
7-di integrazione si può realisticamente parlare solo entro entro ciascuna di queste aree;
8-i danni economici e sociali causati dall’Euro sono immensi, ma coloro che ne traggono vantaggio sono tanto forti, che riescono a imporre la continuazione del piano Euro senza notevoli difficoltà.

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