Colpi in canna?

ECB Announces Monthly Rate Decision

Eurexit, whatever it takes

Lo stesso principio, quello del precedente vincolante, per la verità si potrebbe applicare anche se la Grecia uscisse dalla moneta unica: cosa accadrebbe se la Grecia dopo un periodo di crisi nel breve periodo, riuscisse magari con qualche supporto esterno, a rimettersi sui binari della crescita e del benessere?
DI  - 15 GIUGNO 2015
Cosa rimane del famoso whatever it takes di Draghi di tre anni fa? Niente, i colpi da sparare – quelli perlomeno che ancora aveva in canna- il Presidente della Banca Centrale Europea li ha sparati, Quantitative Easing compreso.
Adesso si tira avanti con armi spuntate, con un possibile default da parte della Grecia e con una volontaria e unilaterale fuoriuscita della Gran Bretagna. Il Premier Cameron ha infatti ribadito all’indomani delle elezioni un referendum sulla permanenza o meno in Europa. Un’ Europa e sopratutto una moneta unica che non funzionano. Il presidente Draghi indubbiamente ha fatto quello che il suo ruolo lo obbligava a svolgere: la storia probabilmente lo ricorderà come un banchiere centrale che è riuscito ad assopire momentaneamente nel 2012 la crisi degli spread, con quel suo whatever it takes. Solo che l’Euro costi quel che costi ci è costato davvero troppo. Non a caso traspare sempre più da parte del duo franco-tedesco (l’Italia ancora una volta è fuori dai giochi) la volontà di creare due aree valutarie, l’Euro 1 e l’Euro 2. Sarebbe una buona mossa che favorirebbe la Germania (altrimenti perché se ne starebbe parlando?) ma che al tempo stesso manterrebbe la Grecia all’interno dell’Euro-zona.  Le autorità europee non hanno ancora formulato delle proposte al governo di Tsipras, molto ragionevole sulle premesse, ma anche molto velleitario, e ad ogni modo non è realistico pensare che un cambio delle politiche dell’Euro-zona possa partire dal caso greco. Il paese di Platone e Aristotele ha un Pil che sta intorno a 180 miliardi, il 2% dell’intero euro-zona.
Appunto per questo ci si potrebbe domandare perché non si va incontro alle esigenze che chiede Atene, ovvero una rimodulazione del debito pubblico? Risposta: si creerebbe un precedente vincolante, in sostanza se oggi facciamo concessioni a te Grecia, perché domani non dovremo fare concessioni all’Italia o al Portogallo e persino alla Francia? Lo stesso principio, quello del precedente vincolante, per la verità si potrebbe applicare anche se la Grecia uscisse dalla moneta unica: cosa accadrebbe se la Grecia dopo un periodo di crisi nel breve periodo, riuscisse magari con qualche supporto esterno, a rimettersi sui binari della crescita e del benessere? Accadrebbe che altri paesi messi non benissimo, capirebbero che l’Euro non è l’Europa e che restare in questo regime di moneta unica forse non è poi così conveniente. In effetti dal punto di vista istituzionale non esiste un’organizzazione al mondo che permette ad un organismo come la Commissione Europea di fare il bello e il cattivo tempo come e quando piace a lei, senza oltretutto avere la possibilità di un voto di sfiducia da parte del Parlamento Europeo, il quale in teoria (ma molto in teoria) dovrebbe rappresentare gli interessi e le istanze dei popoli europei attraverso l’azione legislativa
Se poi rimaniamo sugli organi per così dire “elitari” non è affatto vero che la BCE sia questo gran mostro, questo nevralgico centro di potere che in qualche misura controbilancia i poteri della Commissione. Non è assolutamente così. La BCE non può più fare nulla: è il suo statuto che non glielo permette. Alla Banca Centrale è consentito acquistare titoli di stato nei mercati secondari e non può monetizzare direttamente i titoli del debito pubblico come invece accade nel resto del mondo.  Inoltre il suo unico obiettivo sul quale può sindacare è la stabilità dei prezzi: un tasso di inflazione non superiore al 2%. Perché? Perché in questo modo si rende il contentino sia a determinati gruppi di interesse (evidentemente non i lavoratori) ma soprattutto si favoriscono determinati paesi, determinate entità rispetto ad altre. Ed è su questo punto che cade qualsiasi possibilità di indipendenza politica, un’indipendenza solo formale, ma non sostanziale. L’esito di come è stato creata la moneta unica, ci mostra la forte pressione e bisogna dire anche il grande contributo economico che la Germania ancora oggi fornisce alla Banca Centrale Europea. Il risultato è che quando Draghi vuole parlare con Angela Merkel, il banchiere dei 19 stati membri dell’Euro-Zona deve parlare in tedesco col Cancelliere, naturalmente le deve dare del voi e ogni volta che parla di Banca Centrale Europea, deve correggersi e parlare di Bundesbank perché di fatto quello che è stato creato con la Banca Centrale Europea è una nuova Bundesbank. Se a tutto ciò aggiungiamo una crisi dirompente che ha avuto l’effetto di indebolire sia dal punto di vista economico, ma anche dal punto di vista politico e dei consensi gli unici attori che potrebbero contrastare l’egemonia tedesca, in primis la Francia, ecco che la situazione diventa ulteriormente instabile. Legittimare l’Europa non significa entrare nella sfera russa, ma non significa neanche che l’equilibrio geopolitico sia determinato da una sola potenza continentale, con l’assenso – o semi-assenso – degli Stati Uniti d’America. L’Euro è riuscito a ricreare le premesse per una sola egemonia. La moneta unica così come è stata congegnata, con stime econometriche che prevedevano bassi i costi e alti i benefici e gli scambi, è funzionale agli interessi di una Germania esportatrice e carente di surplus di domanda interna. Se poi gli italiani hanno investito sul mattone (con tasse che sono state volutamente triplicate negli ultimi 4 anni) i tedeschi hanno investito i loro risparmi principalmente in attività finanziarie: è molto accomodante avere una Banca Centrale assai conservatrice sul livello dei prezzi e che non garantisce come prestatore di ultima istanza i debiti pubblici dei paesi in maggiore difficoltà
La disoccupazione degli ultimi anni è stato un fatto voluto perché l’Euro è un’area valutaria incompleta che ha come fine la stabilità e l’affidabilità da parte dei mercati. Non può essere realistico parlare di crescita, perché paesi come la Grecia, ma la stessa Italia per avere tassi di crescita del 1%, o del  2% devono alle attuali condizioni, deteriorare i loro conti con l’estero, la loro bilancia dei pagamenti. La crescita delle importazioni però ci farebbe tornare a quella famosa estate del 2011, alla crisi degli spread…Quindi se si vuole stabilità non si possono avere alti tassi di crescita, se si vogliono alti tassi di crescita non si ha la certezza e quindi la stabilità che, per esempio, gli afflussi di capitale odierni non si trasformino in deflussi di capitale domani. Il problema dunque non è solo di volontà politica. Vi sono aspetti geopolitici che marciano in una direzione e aspetti economici che remano in direzione contraria. E poi c’è la democrazia che fino a prova contraria non è interscambiabile o pignorabile. O forse sì,  pur di mantenere in piedi l’attuale costruzione monetaria, costi quel che costi
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napoleoni

Grexit, nessuno sa davvero cosa succederà

Il libero arbitrio produce aberrazioni, l’amore sfocia nell’odio, onde evitare questi agghiaccianti scenari bisogna delegare la gestione della vita della popolazione ad un élite forgiata a tale scopo.
DI LORETTA NAPOLEONI - 15 GIUGNO 2015
La tragedia greca continua a riempire la pagine di tutti i giornali, non solo quelle colorate dei quotidiani finanziari, ma anche quelle bianche della stampa generica. Ormai tutte, ma proprio tutte le possibili interpretazioni e le previsioni sono state fatte, discusse ed analizzate. Eppure nessuno ha idea di cosa succederà, né di come i mercati finanziari reagiranno. E se provassimo a leggere questa tragedia greca in chiave distopica? Usando gli strumenti della letteratura fantastica giovanile, da Divergent all’Hunger Game? A questo punto perché no? L’Unione Europea è stata costruita sulle macerie della seconda guerra mondiale, un evento profondamente traumatico che ha messo a nudo il lato più oscuro e brutale dell’umanità, la sua follia omicida. Pochi numeri ci aiutano ad illustrare questo concetto: 6 milioni di ebrei uccisi ‘scientificamente’, su scala industriale, con fredda metodologia; 26 milioni di russi, morti per proteggere il fronte orientale, alcuni senza neppure un’arma come è successo a Stalingrado, mandati come carne da macello da Stalin a fermare l’avanzata dei tedeschi. In fondo gli orrori del passato accennati in Divergent o nell’Hunger Game non sono poi tanto peggiori. La decisione di ristrutturare la società, di delegare tutte le decisioni alla Capitale dell’Hunger Game, o il motto di Divergent che mette la fedeltà alla fazione o tribù prima della famiglia, hanno lo scopo di impedire all’umanità di ripetere quegli errori. Quindi la morale è la seguente: il libero arbitrio produce aberrazioni, l’amore sfocia nell’odio, onde evitare questi agghiaccianti scenari bisogna delegare la gestione della vita della popolazione ad un élite forgiata a tale scopo. Adesso se volessimo fare un parallelo (che molti dei lettori troveranno assurdo, naturalmente, ma lo facciamo lo stesso) con l’Unione Europea, Bruxelles nasce per evitare aberrazioni come la seconda guerra mondiale e gli strumenti per farlo sono tanti, inclusa la moneta unica.
Alla Grecia si chiede di rispettare la decisione dei membri della Troika non il programma elettorale del nuovo governo, nello specifico: il libero arbitrio di Atene in materia monetaria non esiste. Qualora insistesse per esercitarlo allora la punizione sarà l’uscita dell’euro, come in Divergent si ritroverà senza fazione o tribù, con tutte le conseguenze tragiche che questa condizione comporta. Si badi bene qui non ci troviamo di fronte ad una nazione che prima della creazione dell’euro ha optato per non aderirvi, come è successo con il Regno Unito, la Danimarca e la Svezia, ma di un paese che ha rinunciato alla sovranità monetaria più di quindici anni fa. Naturalmente nella futuristica Chicago di Divergent o Panan di Hungher Games, le élite al potere non sbagliano mai. Ci troviamo di fronte ad una dittatura assoluta ‘perfetta’ che ha rimpiazzato molto probabilmente una democrazia ‘aberrante’, un regime dove è stato abolito il diritto di sbagliare. Anche Bruxelles non sbaglia mai, avete per caso sentito la Merkel apostrofare le banche tedesche per aver prestato troppi soldi alla Grecia? O gli eurocrati come Mario Monti ammettere che la Grecia non aveva “i numeri” per entrare nell’euro, che accettare la sua candidatura è stato un errore? Ma i paralleli non finiscono qui. I sistemi di governo di Divergent e dell’Hungher Game fanno ampio uso della violenza. I deboli (e qui torna in mente la politica di purificazione nazista attraverso lo sterminio della debolezza fisica e psicologica) sono destinati a morire, che sia attraverso uno spettacolo moderno da Colosseo o per mezzo di un’iniziazione dove i meno forti periscono, non importa, il sistema ha bisogno di quel sangue per mantenersi puro e per dimostrare che i sopravvissuti lo meritano.
Leggendo l’editoriale di questa settimana Giavazzi sul Financial Time si ha la netta impressione che la Grecia non merita di far parte dell’Unione Europea e quindi è bene che esca, ma non basta, questa decisione renderà l’euro e l’Unione più solidi, li purificherà del sangue malato greco. Usando il parallelo con Divergent e Hungher Game fin qui tracciato, i 10 mila greci che secondo Theodoros Giannaros, a capo di uno dei maggiori ospedali greci, si sono suicidati negli ultimi anni, incluso suo figlio dopo aver perso il lavoro, le vittime insomma dell’austerità, sono la prova che la Grecia è debole e che è ora che se ne vada. Il grande vantaggio dei deboli è non avere più nulla da perdere, a differenza dei sopravvissuti di Divergent o Hungher Game, sono liberi di ribellarsi e, dato che i deboli sono per definizione più numerosi dei forti, se si organizzano possono cambiare il corso della storia. In quest’ottica e guardando anche i risultati elettorali della Spagna questa settimana, non sarei poi così ottimista come Giavazzi sull’effetto benefico dell’uscita della Grecia dall’Euro, sia per Bruxelles che per la moneta unica.

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