Trombati


Una moneta aurea negli scambi internazionali. L`Occidente in panne

L`Aquila bicipite e il crollo di dollaro ed euro


In Italia la notizia non è praticamente circolata. I cosiddetti mezzi di “informazione”, preferiscono infatti – come imparato dalle media-corporations angloamericane – offrire notizie minori “drogate” e rimuovere quelle che potrebbero turbare l’asservimento dei popoli e mettere a rischio l’egemonia degli oligarchi della finanza internazionale.
Veniamo al fatto.

sanzioniNei giorni seguenti alla crisi ucraina e alla riunificazione della Crimea con la madre patria russa, come si sa, l’Occidente, su spinta di Washington, non soltanto ha “allertato” la Nato, con minacce di intervento per una presunta ma mai avvenuta “invasione dell’Ucraina”, ma ha applicato “sanzioni” sia contro personalità politiche russe e sia rispetto a – si diceva – “minori” collaborazioni economiche tra i due blocchi. Mosca aveva replicato con una leggera ritorsione sui visti di alcuni responsabili occidentali.
Ma una piccola “ritorsione” Usa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
La potente JPMorgan (la maggiore banca privata Usa che con la collegata Morgan Stanley vende “derivati” e rastrella interessi a usura sui prestiti globali e anche all’Italia: la stessa subito beneficata da Monti, appena diventato presidente del Consiglio, con un “rimborso” di oltre 2 miliardi e mezzo di euro – il controvalore della poi decisa “riforma” delle pensioni - di cui ha gioito il rampollo Giovanni Monti, figlio dell’ex rettore della Bocconi e dirigente della MS) ha infatti con estrema solerzia subito bloccato un pagamento di meno di 5000 dollari alla società di assicurazioni Sogaz di Astana (Kazakhstan), società partecipata dalla Bank Rossiya, con la scusa che quest’ ultimo istituto era presente nell’elenco degli enti russi “sanzionabili” dall’Occidente.
Il blocco di tale versamento ha irritato il governo russo, ritenendolo un segnale di “ostilità” gratuita.
E’ così intervenuto lo stesso presidente Vladimir Putin che ha ordinato il conio immediato di una moneta da 5 rubli d’oro (ognuna contenente 0,1244 once di oro puro) decorato da una aquila bicipite.
oroTale moneta – la Russia detiene le seconde maggiori riserve auree del mondo pari a 12.500 tonnellate (oltre 400 milioni di once) e lo sfruttamento delle riserve Natalka, a Magadan, potrebbe diventare la prima potenza produttrice di oro nel pianeta – secondo i piani russi - è destinata a diventare la valuta di scambio per gli acquisti di materie prime.
Quando tutta l’energia globale sarà acquistata in oro verrà posto così fine al regno del dollaro statunitense – una moneta di carta straccia iperinflazionata - come valuta di riserva globale e in particolare per le forniture di energia, determinando palesemente il collasso delle economie degli Stati Uniti e dell’Unione europea.
Il “Progetto Aquila Bicipite”, questa la definizione, prevede la creazione di un nuovo “sistema di pagamento nazionale” che consentirà alla Russia di costruire le fondamenta per offrire un’alternativa alla Società per le telecomunicazioni finanziarie interbancarie mondiali (swift) del sistema bancario – che impone transazioni esclusivamente con il dollaro Usa come moneta di riferimento -  e permettere alle nazioni di tutto il mondo la possibilità di allontanarsi dal dollaro americano e dall’egemonia degli Stati Uniti.
Oltre al via all’operazione “aquila bicipite”, Putin ordinato alla Sberbank, la più grande banca della Russia e di tutta l’Europa orientale, di interrompere l’emissione di prestiti al consumo in valuta estera. “E’ stata accesa così una miccia – hanno subito avvertito gli analisti finanziari Usa – che rende obbligatorio, per la Russia, abbandonare il sistema detto dei “petrodollari”: con las conseguenza che il sistema russo basato sull’oro “distruggerebbe tutto in una quindicina di giorni”.
E ciò accadrà tanto più rapidamente se al sistema russo si uniranno le altre nazioni BRICS (Brasile, India, Cina e Sud Africa) che oltre ad aver negoziato già da anni la fuoriuscita dal sistema-dollaro, non a caso hanno all’unanimità e con forza sostenuto la posizione della Russia in Crimea contro gli Stati Uniti e l’UE.
gas russoSi metta poi in relazione come all’Unione europea (e all’Italia in particolare) un blocco delle importazioni di gas russo – unica contromossa possibile, pagando dal 2018 quasi il doppio del costo della materia prima se importata dagli Usa con il metodo ancora in esecuzione delle forniture di gas da scisto liquefatto – costerebbe immediatamente 215 miliardi dollari, oltre alle sopravvenienze passive sugli aumenti dei costi.
La moneta aurea in sostituzione di una carta stampata priva di valore e oltretutto sfornata dalla Federal Reserve Usa almeno cento volte  in più rispetto al reale valore della ricchezza degli Stati  Uniti, provocherà al dollaro un’accelerata svalutazione con il crollo dell’intero sistema di interscambio valutario mondiale fondato oggi sul biglietto verde.
Un colpo mortale per i Paesi europei occidentali per la gran parte, come l’Italia, dipendenti dalle forniture russe per il proprio fabbisogno di energia.
Ma anche un colpo terminale per la superpotenza atlantica. Quale investitore preferirebbe un pezzo di carta che si svaluta velocemente ad un bene concreto che non può che aumentare di valore?
E lo scenario ulteriore sarà giocoforza che i vecchi debiti – di Stato o privati - essendo espressi in dollari o euro si svaluteranno radicalmente; la Federal Reserve e tutte le banche ad essa legate (praticamente tutte) saranno portate al fallimento e poi alla bancarotta.
Allo stato, l’unica incognita è data dalla questione-Cina.  Pechino, che ha i suoi forzieri zeppi di banconote Usa, di pezzi di carta, e che sta usando questa moneta per rastrellare la proprietà produttive di mezzo mondo (si pensi alla recentissima acquisizione di oltre il 2% di Eni ed Enel), non guarda naturalmente con favore, nel breve termine, alla sostituzione del dollaro con una moneta aurea. Di qui il rallentamento dei negoziati con gli altri membri del cartello Brics sul conio della moneta alternativa al dollaro. Ma la Cina dipende anche da una forte importazione di energia dall’estero. E la Russia è il maggior esportatore mondiale di gas (come  pure è forte esportatore anche di petrolio). E così è anche vero che una cooperazione più stretta tra Pechino e Mosca, dopo i contraccolpi negativi iniziali, permetterebbe anche alla Cina non soltanto di ripristinare il suo sviluppo su basi più sane, ma di recuperare la propria sovranità fin qui ceduta ai padroni del dollaro.
gas da scistoSi badi bene. Qui stiamo tracciando non uno “scenario” probabile, ma un evento già in atto. La decisione russa di accelerare la produzione di una moneta aurea convertibile è già in esecuzione. Gli Usa stanno per questo “spacciando” l’alternativa delle forniture di gas da scisto. E stanno per questo operando un crescendo di provocazioni militari alle frontiere di Mosca.
E noi? E gli italiani? Siamo costretti a seguire gli spacciatori di promesse di governo e dei partiti occidentalisti ancora portatori tetragoni delle alleanze coloniali al dollaro, all’euro e alla finanza di Wall Street e della City.
Corriamo allegramente, cioè, verso il crollo finale.
Svegliamoci, finché è ancora possibile. Restituiamo alla nostra nazione uno straccio di sovranità, lasciamo l’euro e il suo mentore-carta-straccia, il dollaro. Diamo uno schiaffo ai Signori del denaro.
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