Putin scarica il dollaro USA: il sistema dei pagamenti della Russia in Rublo oro slegato dal dollaro?

ba06f7d3fb4ad593fa3460846edLa Russia, “forzata” dalle sanzioni, crea un sistema indipendente dal dollaro. La Russia annuncia che venderà (e comprerà) i suoi prodotti e materie prime, tra cui il petrolio, in rubli e non più in dollari. Putin ha preparato da tempo questa mossa, la creazione di un sistema di pagamenti in rubli completamente indipendente e protetto dal dollaro e dalle speculazioni omicide delle grandi istituzioni finanziarie occidentali. Dopo aver sanzionato diverse banche russe per punire la Russia sulla Crimea, i politici di Washington hanno avuto l’ordine dal potere finanziario di fare un passo indietro perché, ovviamente, i vampiri di Wall Street capiscono che mettere le banche russe al di fuori della portata dei loro denti succhiasangue, non è mai stata un buona idea.
Per Wall Street e i servizi finanziari della City, Paesi come la Russia dovrebbero avere sempre aperta una porta finanziaria attraverso cui la loro economia reale possa essere saccheggiata periodicamente. Così Washington ha annunciato che è stato un errore applicare le sanzioni a tutte quelle banche russe, ma che solo una, la banca Rossija, doveva essere colpita da sanzioni, per ragioni di propaganda e per farne un esempio. E’ ciò che era necessario a Putin, che almeno dal 2007 cerca di lanciare un sistema indipendente sul Rublo, un sistema finanziario che si baserà sull’economia reale e le risorse della Russia, garantito dalle sue riserve auree. Nessuna tolleranza per saccheggio e speculazione finanziaria: una mossa discreta ma anche una dichiarazione d’indipendenza che Wall Street considererà una “dichiarazione di guerra”.
Secondo la strategia dello Judo, l’attacco delle sanzioni ha creato la situazione ideale per una mossa “difensiva” che reindirizzerà la forza bruta dell’avversario contro esso stesso. Come succede ora. La  banca Rossija sarà la prima banca russa ad utilizzare esclusivamente il Rublo russo. La mossa non è un segreto. Al contrario. Un enorme simbolo del Rublo d’oro sarà allestito di fronte la banca Rossija in Perevedenskij Pereulok, a Mosca, “a simboleggiare la stabilità del Rublo basato sulle riserve auree del Paese“, l’agenzia Itar-Tass spiega citando i funzionari della banca. In realtà, i funzionari sono molto chiari sull’intenzione di punire gli speculatori occidentali che hanno saccheggiato il loro Paese per un lungo periodo: “La Russia, al suo stadio attuale di sviluppo, non dovrebbe dipendere da valute estere, le sue risorse interne renderanno la propria economia invulnerabile ai traffici politici“. Questo è solo il primo passo, ha dichiarato Andrej Kostin, presidente della VTB, un’altra banca già sanzionata: “Ci muoviamo da tempo verso un più ampio uso del Rublo russo come valuta dei regolamenti. Il rublo è divenuto pienamente convertibile molto tempo fa. Purtroppo, abbiamo visto le conseguenze prevalentemente negative di questo passo, finora rivelatesi nel deflusso di capitali dal Paese. L’afflusso di investimenti stranieri in Russia è stato speculativo e ha notevolmente destabilizzato i nostri mercati azionari“. Secondo la Itar-Tass, Kostin era molto preciso e concreto: “La Russia dovrebbe vendere all’estero i prodotti nazionali, dalle armi a gas e petrolio, in Rubli e comprare merci straniere sempre in Rubli…. Solo allora potremo utilizzare i vantaggi del Rublo quale valuta estera integrale“.
Putin stesso ha esercitato pressioni per il nuovo sistema nei vertici con i deputati della Camera Alta della Duma, il parlamento, il 28 marzo, superando ultimi dubbi e indecisioni: “Perché non lo facciamo? Questo sicuramente dovrebbe essere fatto, dobbiamo proteggere i nostri interessi e lo faremo. Questi sistemi funzionano, e funzionano con molto successo in Paesi come Giappone e  Cina. Originariamente erano esclusivamente sistemi nazionali limitati ai propri mercato, territorio e popolazione, ma progressivamente sono divenuti sempre più popolari…
Alea Iacta Est!
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Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
Umberto Pascali, Global Research, 30 marzo 2014

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