Salviamo la banca!

Il salvataggio della banca «Too big to fail»che fa fare boom ai no euro

di   - 17/03/2014 - L'impopolare bail-out di Hypo Alpe Adria affossa il governo austriaco, nei sondaggi i liberali anti moneta unica primo partito del paese

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Un nuovo salvataggio bancario a spese dei contribuenti sta diventando benzina elettorale per i no euro. In Austria la vicenda dell’Hypo Alpe Adria, la banca nazionalizzata nel 2009 ed ora di nuovo salvata con una forte esplosione del debito del paese, ha fatto esplodere nei sondaggi i liberali austriaci, diventati prima forza del paese.

AUSTRIA-VOTE
LA BAD BANK DEI NO EURO - L’Hypo Alpe Adria non fallirà, e i suoi obbligazionisti, senior come junior, saranno garantiti dai contribuenti austriaci. Dopo un lungo tergiversare il governo di Vienna ha deciso di salvare la banca più problematica del suo paese, già nazionalizzata, così da evitare un’insolvenza che avrebbe avuto conseguenze sistematiche. Per evitare il temuto contagio nel sistema finanziario della Repubblica delle Alpi la grande coalizione guidata dalla socialdemocrazia austriaca ha deciso di ripercorrere le vie seguite da vari paesi, tra cui la Germania, ad inizio della grande crisi. Si salvano le banche con il classico bail-out, ovvero interventi pubblici per non compromettere i creditori privati, e non il bail-in a danno sperimentato a Cipro, e che sarà la nuova linea guida nell’UE quando verrà introdotta l’unione bancaria. Hypo Alpe Adria verrà ricapitalizzata, e i suoi crediti deteriorati collocati in una Bad Bank. Un costoso salvataggio che ha fatto esplodere di rabbia gli austriaci, e messo le ali ai no euro locali. In Austria i liberali si sono ormai da tempo schierati contro la moneta unica, mettendosi insieme alla Le Pen e a Wilders, ed ora traggono benefici demoscopici rilevanti da questo nuovo caso finanziario dell’eurosistema.
NO EURO PRIMI - Nelle intenzioni di voto pubblicate in queste settimane la FPÖ è diventata il primo partito austriaco, come rimarca il quotidiano Kurier. I valori della formazione guidata da Heinz-Christian Strache sono arrivati fino al 27%, così superando i due partiti al momento al governo, i socialdemocratici e i popolari che come da tradizione viennese guidano l’Austria dopo le elezioni dello scorso settembre. La FPÖ aveva condotto tutta la campagna elettorale delle scorse federali schierandosi contro il fondo salva euro ESM, e negli ultimi mesi hanno ormai definitivamente svoltato contro l’unione monetaria associandosi al Front National di Marine Le Pen e il PVV di Geert Wilders. Gli esperti di demoscopia interrogati da Kurier concordano come i no euro euro austriaci siano beneficiati dall’opposizione frontale al salvataggio dell’Hypo Alpe Adria a spese dei contribuenti, arrivato dopo che il governo per molte settimane aveva tentennato sul fallimento dell’istituto di credito.
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DEBITO AL POPOLO - Il governo austriaco ha esitato a lungo a prendere la via del salvataggio a spese dei contribuenti, anche perché sia socialdemocratici che popolari si rendevano conto di quanto fosse impopolare. Il ministro delle Finanze, il leader  dei conservatori della ÖVP, il vice cancelliere Michael Spindelegger, aveva rassicurato  i contribuenti, ma ha perso la partita con il governatore centrale dell’Austria, Edward Nowotny. Non garantire gli obbligazionisti senior della banca avrebbe messo a rischio la credibilità finanziaria di Vienna, che al momento è ancora uno dei pochi paesi dell’eurozona a potersi fregiare della tripla A. Secondo Nowotny l’Austria ha le risorse per accollarsi questo fallimento, così da non pregiudicare gli investitori ancora garantiti dal Land della Carinzia e dalla banca regionale della Baviera, due ex proprietari di Hypo. La bad bank in cui verranno collocati i 17 miliardi di assets dell’Hypo farà salire il debito pubblico austriaco verso quota 80%, mentre il deficit sfonderà quest’anno il 3% a causa della ricapitalizzazione.
PARADOSSO NO EURO - Il maggior beneficiario del controverso salvataggio dell’Hypo Alpe Adria sono i no euro della FPÖ, un vero e proprio paradosso della storia. La banca austriaca è infatti stata controllata fino al 2007 dal Bundesland della Carinzia, a lungo dominato dal precedente leader dei liberali austriaci, il defunto Haider. Nei due decenni a cavallo del secolo scorso sono iniziati gli investimenti nei Balcani, sopratutto in Croazia, che hanno poi portato al fallimento della banca, evitato nel 2008 solo con la nazionalizzazione da parte del governo di Vienna. Come notano i sondaggisti, questo tipo di responsabilità, che dovrebbe penalizzare i liberali, è stato ormai dimenticato dagli elettori. La rabbia al momento monta contro il governo di Faymann, ed il cancelliere, per giustificare il nuovo, costosissimo salvataggio, ha evocato il fallimento del CreditAnstalt degli anni ’30, quando l’insolvenza di questa banca austriaca innescò la crisi finanziaria che travolse gli istituti di credito europei durante la Grande Recessione. Un paragone che non ha convinto gli elettori austriaci, infuriati per uno scandalo che ormai attanaglia l’Austria da ben cinque anni, reso ancora più difficile da risolvere dalle tensioni scatenatesi nell’Est Europa, centro delle operazioni più controverse dell’Hypo Alpe Adria.

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