La guerra dell’intelligence economica



E’ questo il nocciolo della questione cari lettori.  Ed ecco qualcuno che ha intrapreso la strada giusta.

Immagine anteprima YouTube [1]In un mondo cibernetico, che non ha confini territoriali, né interessi nazionali, tutto è permesso, in nome della difesa delle vere lobbies di ingerenza politica. Attacchi informatici, hacheraggio continuo, sabotaggi: è questa la guerra invisibile che miete di giorno in giorno nuove vittime. E’ questa la guerra sommersa, che vede scontrarsi le multinazionali.

In questo conflitto ad armi impari, assistiamo ad una controtendenza del tutto anomala, che ormai viaggia ad un ritmo sostenuto. E’ il progetto dell’Osservatorio Italiano, intelligence economica italiana della Etleboro ONG, organizzazione fondata da Michele Altamura, che dopo essersi affermato nell’area dei Balcani, sta dando filo da torcere ai competitor in azione sul Maghreb. Si è così azionato uno scontro aperto per la conquista dell’informazione del Mediterraneo, da troppo tempo monopolizzata da entità che impongono la disinformazione e il caos informativo, per riportare una sorta di equilibrio a favore del sistema economico italiano.  Diversi sono i sistemi di intelligence economica della Etleboro, e uno di questo è il sistema sperimentale di cibernetica. Quella che in Italia è una ‘materia oscura’, una sorta di tabù per gli accademici, viene ormai gestita con padronanza dalla Etleboro da più di 15 anni.
Questo quanto afferma lo stesso Altamura in un’intervista rilasciata per il media del Marocco Lesoir.  “L’Osservatorio Italiano intende portare nel Maghreb il proprio modello di Intelligence Economica, che non si basa sulla logica della semantica, bensì su una macchina ibrida costituita da una componente informatica e una umana”, spiega Altamura. Giovani universitari e ricercatori hanno infatti deciso di abbracciare la bandiera dell’Osservatorio Italiano, perché oltre al tricolore, difende il rispetto reciproco dei popoli e uno sviluppo congiunto equilibrato delle economie.
Una prospettiva ambiziosa, declamata ed osteggiata da sostenitori e scettici, che guardano comunque con timore a questo fenomeno, cercando di far finta di nulla. In realtà l’Osservatorio è ormai noto nell’ambiente degli addetti ai lavori, che devono scegliere se “averlo tra i piedi” oppure “farlo fuori del tutto”. Inoltre questa organizzazione non  vive di soldi pubblici, non è la Confindustria che, a suon di soldoni, pubblicizza e declama progetti che non vedranno mai la luce. Dieci anni fa  la Etleboro parlava della sua ‘tela’ e delle sue aziende da difendere. Oggi è il primo media non allineato transnazionale di orientamento italofilo, in oltre 14 Paesi del Mediterraneo.

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