l'Europa e la strategia dell'occulto



Dall'unione bancaria a quella militare: l'Europa e la strategia dell'occulto
di Guido Rossi - 05/11/2013

Fonte: lintellettualedissidente 

 

Né più né meno l’obiettivo del gruppo Bilderberg e del “nuovo ordine mondiale”, con la creazione di un singolo mercato globale, controllato da un solo esercito mondiale e regolato dalla banca mondiale, che utilizzerà un’unica moneta universale, verso quella che in definitiva si tradurrà come un’unica civiltà internazionale, governata da un elite di banchieri.

Unione-bancaria

La tecnica illusionistica è sempre la stessa, distrarre il pubblico portando l’attenzione su di una mano, mentre si esegue il trucco con l’altra. Solo che adesso, con un occhio attento, noteremo che la situazione sta decisamente sfuggendo di mano, a noi e a chi ci governa.

Guardando il consiglio europeo della settimana scorsa ad esempio, il nostro premier ha sottolineato come uno dei temi centrali della riunione sia stato il “datagate” (la mano che distrae), come se le “cimici” americane fossero una novità, come se gli europei non facessero altrettanto.
Poi però, quasi di sfuggita, rassicura tutti noi, sottolineando che in ogni caso si farà l’unione bancaria (il trucco).
Il premier avrebbe infatti detto: “ho riconfermato al presidente Barroso il nostro impegno perché il consiglio europeo di giugno dia risultati importanti e assolutamente passi avanti sul terreno della banking union. Crediamo che fare un passo importante in avanti sulla unione bancaria e quindi dare ai risparmiatori del nostro continente garanzia sul fatto che non ci potranno più essere crisi che li mettano in difficoltà come è accaduto. Dare garanzia agli imprenditori, ai piccoli imprenditori che ci saranno possibilità di avere prestiti e tassi migliori e di non aver le crisi che abbiamo avuto ci sembra un fatto molto importante e noi su questo saremo determinatissimi ad andare avanti e non accettiamo compromessi al ribasso sul tema dell’unione bancaria vista come prima tappa verso l’unione economica, l’unione fiscale e l’unione politica”.
Letta delira, e sa benissimo di mentire. Se la crisi che lui stesso cita è scoppiata è proprio perché le banche erano e sono già collegate globalmente, tanto che la crisi di fiducia e poi di liquidità che aveva colpito gli istituti creditizi oltreoceano si è poi estesa a macchia d’olio a livello internazionale. Una unione bancaria non farebbe che acuire questa possibilità, rendendo delle due il sistema ancora più sensibile a shock negativi.
La soluzione da adottare poi sarebbe addirittura contraria, ossia ridimensionare l’intero sistema bancario, e destrutturarlo in una infinità di istituti di ristrette dimensioni, in modo che non possa più esserci un “too big to fail”, quindi un istituto che, se fallisse davvero, creerebbe non pochi problemi (Lehman Brothers docet).
Il premier comunque continua, parlando, come si legge, di un’unione bancaria come “tappa verso l’unione economica (già da tempo inesorabile in atto), l’unione fiscale (e col fiscal compact e patto di stabilità  ne sappiamo già qualcosa) e l’unione politica (che non c’è e non potrà mai esserci, e che invece doveva essere la prima tappa di questo percorso altrimenti –come si è rilevato poi essere- degenerativo).
Ma la questione importante è poi un’altra: questa eventuale unione bancaria, come verrà strutturata, come verrà realizzata, e soprattutto, da chi sarà gestita? La domanda è poi retorica, se sono già  banchieri (spesso stranieri) a prendere decisioni a livello europeo, saranno gli stessi ovviamente a decidere di questo “mercato creditizio integrato continentale”. Un’unione di quelle stesse banche criminali, di soggetti privati, con interessi privati, che ancora una volta andrebbero a decidere del pubblico dominio. Si tratterebbe evidentemente di un vero e proprio –e potente e pericolosissimo- trust!
Comunque non c’è di che preoccuparsi, non ne avremo notizia fino a cose fatte, e probabilmente nemmeno in quel caso. E’ infatti mai possibile che una notizia di tale rilevanza abbia avuto pochissimo, se non alcuno spazio sulle maggiori testate nazionali? Ah, giusto, c’è da parlare delle sentenze di Berlusconi, della Cancellieri, delle proteste per la Bindi o Santanchè, di Forza Italia due la vendetta, della minzione di Renzi…
Ma in fin dei conti c’è poco da discutere, che al democraticissimo consiglio europeo non “accettano compromessi” (!), e lo abbiamo visto bene in Grecia, dove adesso con un’apposita legge avere anche solo opinioni contrarie all’unione europea è reato, e si finisce in carcere (!).
Ma non finisce qui, perché il nostro presidente del consiglio ha altre frecce nella sua faretra, ed oltre all’unione economica, fiscale, politica e bancaria, propone anche la creazione di un “mercato unico delle tlc”, ossia delle telecomunicazioni. Con un banalissimo ma concreto riferimento alle teorie orwelliane.
Ed anche il nostro Presidente della Repubblica rincara la dose, parlando di “integrazione militare europea (!)” (il trucco), e lo fa proprio nel giorno delle celebrazioni del 4 novembre (la distrazione), dimenticando il sacrificio e l’onore dei tanti italiani che diedero la vita per fronteggiare il pericolo mitteleuropeo.
Il quadro delineato è inquietante: un’unione totale ed internazionale, dei popoli, delle loro economie, delle loro telecomunicazioni, delle loro politiche fiscali, della loro politica generale, delle loro banche, dei loro eserciti.
Né più né meno l’obiettivo del gruppo Bilderberg e del “nuovo ordine mondiale”, con la creazione di un singolo mercato globale, controllato da un solo esercito mondiale e regolato dalla banca mondiale, che utilizzerà un’unica moneta universale, verso quella che in definitiva si tradurrà come un’unica civiltà internazionale, governata da un élite di banchieri.
È allora un caso, e solo un caso, che il nostro caro premier, di quel gruppo, ne faccia parte!

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