silenzio stampa in Italia


Banche, una vicenda italiana fa il giro del mondo, ma silenzio stampa in Italia
Banche. La vergognosa vicenda De Masi fa il giro del mondo mentre in Italia molti girano la faccia
DEMASIANTONINO [2]Italia. La clamorosa storia dell’imprenditore calabrese Nino De Masi arriva persino alla BBC mentre in Italia molti, troppi, lasciano che il crimine bancario mieta ancora vittime. De Masi le ha viste tutte, proprio tutte e nonostante questo reagisce, lavora e da lavoro in una zona desertica dove tutto è “impossibile” da realizzare, inventa, crea, produce e cerca di vedere un futuro per se stesso e per il proprio territorio.  De Masi nonostante le sue incessanti battaglie verso i crimini mafiosi e bancari, alla ricerca di una giustizia che va oltre ai poteri forti e ai potentati, crede ancora in un “noi collettivo” e scrive una lettera alle massime Autorità dello Stato che vuole rendere pubblica affinché “tutti” possano sentirsi ed agire in un “noi collettivo” contro un sistema devastante.

“Continuo a scrivere a tutti perché ritengo che, come dice il mio amico Monsignor Don Pino Demasi, un paese è civile, è democratico, se basato efondato  sul “tutti”, rappresentato dal “noi collettivo”.
Certamente, da quanto quotidianamente emerge dai media, è chiaro come in questi anni siano purtroppo prevalsi i “noi” illegali, criminali, affaristici e figli di collusioni ed omertosi silenzi; ma non è a quei “noi” che mi rivolgo bensì a quei tanti e silenti cittadini per bene che “sognano” e sperano in una utopica normalità, nella quale il criminale, il degenerato affarista ed il corrotto, siano marginalizzati e non abbiano ruoli nella costruzione del nostro futuro.
Questa mia lettera è appunto rivolta a quei “noi” che vogliamo esercitare queldiritto dovere di riappropriarci della libertà di essere e vivere in un paese libero e civile senza padrini o padroni.
In questo contesto di “noi collettivo” vi è il nostro ruolo, e dobbiamo dunque chiederci cosa abbiamo fatto, cosa vorremmo e dovremmo fare per cercare di arrivare all’utopico sogno di normalità?
Io la mia parte ho cercato e cerco di farla quotidianamente con le mie battaglie.
Quella contro la criminalità mafiosa purtroppo mi sta privando anche della libertà personale e mi fa vivere nell’angoscia di non sapere quale domani ho davanti a me. Lavorare in una realtà come quella calabrese in cui l’Esercito presidia la mia azienda e mi trovo a vivere sotto la tutela e scorta delle forze dell’ordine, rappresenta una situazione drammatica. Ma sto pagando questo prezzo perché lo debbo a me stesso, alla mia azienda, ai miei dipendenti ed ai tanti giovani che ancora credono e sperano in un domani di normalità, di libertà e non di criminalità.
A questa battaglia se ne aggiunge un’altra che ha dei contenuti forse ancora più drammatici, quella contro il potere criminale delle banche della quale in tanti hanno e stanno sottovalutando le conseguenze.
Credo per la prima volta in Italia di aver dimostrato come il sistema bancario opera nell’illegalità, e la mia battaglia contro le banche ha contribuito in modo determinante a far emergere quali crimini sono stati e vengono tuttora commessi contri i cittadini. Oltre 10 anni di denunce e di studi hanno fatto sì, come emerso anche dai recenti servizi di importanti programmi televisivi, che le banche scelgano di restituire il maltolto a “semplice richiesta”, visto che sono stati presi con le mani nel sacco, e credo di aver molto contribuito ad arrivare a questi risultati.
I continui scandali portati avanti e fatti emergere dalle indagini mediatiche e dall’attività di qualche raro e coraggioso magistrato che ha “osato” indagare su tali poteri forti, hanno posto alla luce del sole ed all’attenzione di tutti cosa significa banca oggi.
La degenerazione e i comportamenti illegali del sistema bancario sono ormai cosa nota, ma quanto avvenuto è anche dovuto, con le relative  conseguenze che molti non vogliono capire, alla “collusione”, al silenzio ed alle omissionidelle Istituzioni preposte alla vigilanza. Il mercato creditizio, che è unbene pubblico tutelato dalle leggi e dalla Costituzione (art. 47), è statocostantemente violato (vedi cronache quotidiane) perché chi doveva vigilare non lo ha fatto, contribuendo non solo alla commissione di reati ma intaccando la credibilità delle Istituzioni tutte.
Lascio al vostro ruolo ed alle vostre funzioni capire cosa ciò ha comportato per il sistema economico del nostro Paese, lascio alla coscienza di ognuno di voi capire quale povertà è stata causata alla gente che si è vista derubare i propri risparmi, lascio a voi capire cosa è avvenuto alle imprese come la mia, a cui sono stati  sottratti ingenti capitali, lascio ad ognuno di voi capire quali drammatiche conseguenze hanno avuto tali crimini se hanno poi portato centinaia di persone a suicidarsi.
La gente si è tolta la vita in quanto non ha creduto che tali crimini potessero essere contrastati da un potere giudiziario che agli occhi dei cittadini rimane succube del potere di tali criminali (banchieri),e che la legge alla fine tutela i potenti a discapito delle vittime. Situazione che rende questi reati ancor più “terribili” e socialmente forse più pericolosi di quelli di origine mafiosa, in quanto agli occhi dei cittadini un mafioso prima o poi paga per i crimini commessi,cosa invece che non accade per i criminali finanziari.
Pensare ciò significa minare la democrazia di un Paese con tutte le conseguenze, giuridiche, etiche, morali e storiche, e tutti coloro i quali lo hanno consentito con comportamenti omissivi (mancata vigilanza) e collusioni ne sono responsabili. Per queste ragioni io continuo a combattere con l’illusione di poter contribuire a dare la speranza a me stesso ed alla gente che, alla fine, la legge è veramente uguale per tutti e che l’unica cosa da fare è quella di denunciare sempre i soprusi subiti, da qualunque parte essi arrivino, chiedendo, ed a volte pietendo, agli organismi giudiziari di indagare su tali crimini. Spero e mi auguro che ciò venga inteso dalle massime Istituzioni, chiamate a vigilare sui primari valori costituzionali del nostro Paese.
Quella che troverete allegata è una mia denuncia, per reati gravissimi, che ho appena presentato contro alcune delle più importanti banche italiane e Banca d’Italia per il suo ruolo di omessa vigilanza.
Questo documento è pieno di prove, elementi, fatti e circostanze che ho, purtroppo da solo, trovato e studiato in questi anni. Il mio lavoro di studio ed anche di attività di investigazione credo servirà a tutti per capire di cosa parliamo e spero anche alla magistratura per avviare ed approfondire le indagini del caso.
Questo atto è rivolto a tutti noi che pensiamo e speriamo di appartenere al “noi collettivo”, che vogliamo essere cittadini con diritti e doveri e vivere in un Paese in cui la libertà e l’uguaglianza siano i pilastri del domani, affinché venga utilizzato nelle forme e modi che verranno ritenuti utili.
Rammentando i valori costituzionali sui quali è fondato il nostro Paese credo che le Istituzioni tutte, le quali dovrebbero essere portatrici di valori positivi, dovrebbero a questo punto attivarsi concretamente per far cessare questi crimini e dire basta a quei padroni e padrini che, per ricchi premi e cotillons e molte comodità, hanno massacrato le speranze del domani.
Agli organi di informazione dico infine che queste battaglie si fanno “essendo poco normali”, dove questo significa rompere silenzi ed equilibri ormai fossilizzati. Le rivoluzioni civili si fanno osando, la libertà si conquistaosando, il sogno e la speranza per i nostri figli si conquistano osando elottando; su questi valori e con queste lotte i nostri antenati hanno costruito la nostra democrazia e libertà.
Troverete allegato il documento di denuncia che, insieme a quanto già trasmessovi in precedenza (atto di richiesta di una commissione di inchiesta sull’operato delle banche e di Banca D’Italia), evidenzia fatti ed atti concreti affinché ognuno di noi possa fare la sua parte per le sue responsabilità e per i suoi doveri verso il prossimo.
Con ossequi.
Antonino De Masi”
Posted By Nicoletta Forcheri 

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