Lagarde: così potente, o così servile


Imbarazzante? No: rivoltante. Il messaggio scritto che Christine Lagarde aveva preparato per Nicolas Sarkozy, e che non è dato sapere se gli si sia stato effettivamente recapitato, è un tale concentrato di servilismo che gli eufemismi vanno banditi. E il giudizio, chiariamolo subito, non cambierebbe di una virgola quand’anche l’appunto, privo di data e rinvenuto durante una perquisizione a casa sua, non avesse avuto alcun seguito: se si arriva ad assumere atteggiamenti di questo tipo, sia pure in brutta copia, significa che come minimo li si sta prendendo in considerazione. Ovvero che ci si accinge a metterli in pratica. Magari non proprio in quel caso specifico – e vedremo come andrà a finire – ma in un qualsiasi momento successivo, non essendo molto probabile che ci si eserciti nella sottomissione se non si ha la benché minima intenzione di utilizzarla concretamente e a proprio vantaggio.

Leggere per credere, comunque. Il testo è il seguente: «Caro Nicolas, molto brevemente e rispettosamente.
1) Sono al tuo fianco per servirti e per servire i tuoi progetti per la Francia.
2) Ho fatto del mio meglio e ho potuto fallire periodicamente. Te ne chiedo scusa.
3) Non ho ambizioni politiche personali e non desidero diventare un'ambiziosa servile come tanti di quelli che ti attorniano, la cui lealtà è talvolta recente e talvolta poco durevole.
4) Utilizzami per il tempo che ti conviene e che conviene alla tua azione e alla tua distribuzione dei ruoli
5) Se mi utilizzi, ho bisogno di te come guida e come sostegno: senza guida, rischio di essere inefficace, senza sostegno rischio di essere poco credibile. Con la mia immensa ammirazione. Christine L. ».
Roba, come si vede, che manco un pretino al cardinale. Roba che se uno provasse a inventarsela, per piazzarla in un libro o in una sceneggiatura, si fermerebbe perplesso a rileggerla da cima a fondo, chiedendosi se non abbia esagerato. E se, perciò, non sia passato dal ritratto alla caricatura. Dalla fotografia impietosa, ma realistica, alla parodia involontaria, che si smentisce da sé perché diventa/risulta inverosimile.
Invece, a quanto pare, madame Lagarde si è espressa proprio così. E il dato di fatto è che negli ultimi la sua carriera si è, come dire, impennata. Nel maggio 2007 è arrivata la nomina a ministro dell’Economia nel governo guidato da François Fillon (ma con lo stesso Sarkozy come presidente della Repubblica) e nel giugno 2011 quella a direttrice del Fondo Monetario Internazionale.
Una carriera brillantissima, a patto di non approfondire che cosa l’ha resa possibile.
(fz)

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