Banchieri, brava gente


Irlanda: i banchieri hanno truffato governo e cittadini



La vicenda è stata rivelata dall’Irish Independent che ha ottenuto la minuta delle registrazioni telefoniche tra i tecnocrati della Anglo-Irish Bank
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I vertici dell’Anglo-Irish Bank truffarono il governo e i contribuenti irlandesi. È l’evidenza dei fatti emersa dalle indagini compiute su una serie di registrazioni telefoniche che risalgono a 5 anni fa.
Ma partiamo dall’origine da cui si dipana la poco edificante vicenda. La banca era crollata dopo il crack immobiliare del 2008 nazionalizzata dall’allora esecutivo irlandese, l’istituto di credito è passato attraverso l’incriminazione del suo ex numero uno per poi confluire, tramite fusione e liquidazione, in una nuova entità: l’Irish Bank Resolution Corporation. La vicenda emerge da una serie di intercettazioni telefoniche che dimostrano come venne orchestrata la truffa dalle alte sfere dei tecnocrati della banca irlandese e in una conversazione telefonica di cinque anni fa due manager discutono del pacchetto di salvataggio del governo. Nella loro telefonata emerge l’idea di minimizzare il livello della crisi, chiedendo 7 miliardi di euro. Poco importa che, alla fine, l’operazione ne sia costati ben oltre 30 ai contribuenti irlandesi che vennero addirittura inseriti nei costi della spesa pubblica irlandese, peggiorando così la situazione economico-finanziaria di Dublino che di lì a poco sarebbe stata costretta a prendere un prestito a tassi d’usura dalla troika internazionale per “risanare” i conti pubblici.
In questi giorni è intervenuto il capo dell’attuale esecutivo irlandese Enda Kenny che ha dichiarato di capire pienamente la rabbia degli irlandesi di fronte alla truffa. Truffa che risulta registrata e che viene riportata fedelmente in un colloquio tra due boss della banca irlandese, che indica come il governo e gli stessi irlandesi siano stati ignobilmente truffati per salvaguardare gli interessi e gli errori di banche e banchieri per una somma pari a 34 miliardi di euro di debiti accumulati dalla banca oramai sull’orlo della bancarotta. Le conversazioni registrate, sono state pubblicate dal quotidiano Irish Independent, che è riuscito ad ottenere le trascrizioni, di una dichiarazione tra due tecnocrati John Bowe e Peter Fitzgerald dell’Anglo Irish Bank, che hanno guidato i mercati dei capitali anglo-irlandesi e braccia bancari al dettaglio, rispettivamente, sottolineano che il governo irlandese è stato raggirato per una somma particolarmente elevata pari a 7 miliardi di euro ottenuti in contanti per far fronte immediatamente all’emergenza della banca per tappare le falle dei creditori. Ma l’importo di 7 miliardi di euro costituiva soltanto uno stratagemma per convincere il governo a mettere del danaro in gioco, poiché i banchieri ritenevano che i politici non avrebbero avuto altra scelta se non quella di fornire ulteriori finanziamenti per fare fronte all’emergenza una volta che sarebbero stati “tirati dentro”. “Il numero è sette, ma la realtà è che abbiamo bisogno di più di quanto richiesto”, ha affermato Bowe nella registrazione telefonica.
Le conversazioni telefoniche riportate dal giornale irlandese hanno avuto luogo nel settembre 2008, all’inizio della crisi finanziaria americana e subito dopo il crollo di Lehman Brothers. Ma arrivano quasi due anni prima che la reale portata delle perdite dell’Anglo-Irish Bank sia diventata ormai assolutamente chiara.
Parlando, subito dopo le rivelazioni pubblicate dal quotidiano irlandese, il primo ministro Kenny ha osservato: “Capisco la rabbia di tante persone che sono state colpite da tutto questo”. Il premier ha poi aggiunto che il governo deve prendere una decisione per avviare un’inchiesta pubblica sul crollo del sistema bancario irlandese e questo avverrà a “tempo debito”. Forse sarebbe al caso di muoversi più rapidamente oppure l’attuale governo irlandese del premier Kenny teme ripercussioni anche sul suo esecutivo?
Quando la vera portata della crisi bancaria venne rivelata, l’Irlanda fu costretta a negoziare un prestito con gli organismi dell’usura internazionale da 67,5 miliardi di euro per compiere il “salvataggio”  delle sue banche nell’autunno del 2010. La decisione di garantire la passività della Anglo-Irish Bank ha prodotto un disegno legge che ha dato il via libera all’esborso di 39 miliardi  di euro e portato a un deficit di bilancio di oltre il 30 per cento del Prodotto interno lordo, che è finito per pesare tutto sulle spalle del popolo irlandese.
Secondo i termini dell’accordo sul debito, l’Irlanda dovrà rimborsare i costi del crollo della banca per i prossimi 10 anni. Una somma molto elevata che è il frutto delle malefatte di un gruppo di tecnocrati e banchieri alla guida di uno dei più importanti istituti di credito irlandesi.
Dopo tre anni di tagli al bilancio e di recessione per l’economia irlandese è prevista una timida crescita dell’1,1 per cento solo nel 2013. Ma la disoccupazione resta sempre alta e i giovani sono costretti ad andare all’estero per trovare lavoro. Ecco i risultati dei gruppi di banchieri e tecnocrati senza scrupoli pronti sempre a lucrare laddove è possibile, senza riguardo per nulla e nessuno.
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