Le critiche all'Europa del leader del partito britannico Ukip


Patti con la Cina. Stop alle tutele dei lavoratori. A Lettera43.it la ricetta anti-crisi di Farage, leader degli euroscettici inglesi.

di Giovanna Faggionato
da Strasburgo
*Nigel Farage.


Per Nigel Farage, leader degli euroscettici inglesi dello Uk Independence party, è l'ennesima inebriante vittoria, dopo quella con cui ha sbaragliato le elezioni amministrative inglesi dei primi di maggio.
L'Europa unita si è ritrovata divisa anche di fronte alla sfida più importante: i rapporti commerciali con la Cina.
La Commissione europea ha proposto di imporre dazi pari al 47% del loro valore sui pannelli solari di Pechino, con l'obiettivo di proteggere l'industria delle rinnovabili del Vecchio Continente dalla concorrenza 'sleale' di prodotti «venduti sottocosto» e probabilmente assemblati da lavoratori sottopagati.
Si tratta della più ampia misura protezionista mai varata da Bruxelles, destinata a scattare il 6 giugno e che si abbatte su un giro di affari che vale oggi 21 miliardi di euro.
14 PAESI CONTRO I DAZI. Ma il 26 maggio, appena il premier cinese Li Keqiang ha incontrato la cancelliera tedesca Angela Merkel, il fronte europeo si è spaccato.
La Germania, da cui peraltro era partita la richiesta di una procedura contro i pannelli made in China, ha assicurato di voler «evitare la guerra commerciale».
La Gran Bretagna di David Cameron, apparentemente sempre più preoccupato di prendere le distanze dall'Ue, si è rapidamente accodata. E stando all'agenzia Reuters, almeno 14 Paesi su 27 si sono dichiarati contrari all'iniziativa del commissario al Commercio Karel De Gucht, sostenuta invece da Francia e Italia.
LA VITTORIA DEGLI EUROSCETTICI. Per il 49enne Farage, ex agente di brokeraggio diventato copresidente dell'Europa per la libertà e la democrazia, cioè del gruppo di eurodeputati eletti a Strasburgo ma convinti che il governo Ue non debba nemmeno esistere, non poteva esserci notizia migliore.
Il governo inglese sembra aver sposato la sua linea e l'Ue appare priva di una strategia commerciale unitaria. La sua stella, dopo il risultato delle elezioni locali inglesi, pare brillare sull'intero Continente.
«La bandiera con le stelle, questo edificio, Herman Von Rompuy non hanno nulla a che fare con l'Europa», ha osservato con Lettera43.it in una pausa dei lavori parlamentari di maggio, sfoggiando uno dei suoi sorrisi tirati simili a un taglio di coltello.
E non ha smesso di sorridere, raccontando la sua verità: «L'Unione europea non esiste. Non dovrebbe esistere» 
DOMANDA. Come facciamo, senza Europa unita, a sederci a un tavolo e negoziare con la Cina?
RISPOSTA.
 L'Islanda ha 300 mila abitanti e ha firmato un accordo di libero mercato con la Cina. Non saremo i primi nell'universo. A Reykjavik hanno preferito siglare un accordo con Pechino piuttosto che entrare nell'Ue: molto intelligente.
D. Tra Islanda e Cina non c'è il rischio che sia la Cina a dettare le condizioni del patto?
R
. No.
D. Perché?
R.
 Perché hanno un accordo. La Svizzera, per esempio, ha più accordi commerciali a livello mondiale di quanti ne ha l'Europa.
D. Si tratta di un paradiso fiscale. Pensa a un modello simile per la Gran Bretagna?
R.
 Il modello del blocco europeo come lo conosciamo oggi è indietro di 25 anni.
D. Quale sarebbe un modello giusto?
R.
 Essere piccoli, flessibili, adattabili. Cambiare, adeguarsi, negoziare. Così si ottiene più influenza sul mercato (guarda il video).
D. Lasciare fare al mercato, però, ci ha portato alla crisi finanziaria.
R.
 Non è vero. Negli ultimi 10 anni abbiamo aumentato la regolamentazione finanziaria più che negli ultimi 1.000. Ma non abbiamo rispettato i principi base con cui dovrebbero operare le banche. Una cosa assai stupida.
D. Intanto però i banchieri hanno pagato meno dei cittadini.
R. La stupidità dei politici e delle banche centrali ha creato la crisi. Penso che ogni governo debba porre una cornice legislativa civile. Dopodiché, lasciamo libero il mercato e saremo ricchi.
D. Alcuni Stati non rischierebbero di soccombere nella competizione globale?
R.
 Soccombono quelli che hanno la moneta sbagliata. Il Portogallo è entrato nell'euro ed è stata una cosa stupida. Andrà in bancarotta per questo. Anche la Spagna ci sta andando. E la Grecia è fondamentalmente fallita.
D. La Spagna soffre per via della bolla immobiliare, non per la moneta.
R. Non c'è molto da discutere. La bolla si è creata perché la Spagna aveva tassi di interesse dimezzati rispetto al valore che avrebbero dovuto avere, tutto qui. E la colpa è solo dell'euro.
D. Cosa pensa di David Cameron?
R.
 Assolutamente nulla. Che dirne? È uno che ha un partito diviso ed è in grossa difficoltà.
D. Alcuni imprenditori, tra cui Richard Branson della Virgin, Chris Gibson-Smith delLondon Stock Exchange hanno chiesto a Cameron di non lasciare l'Ue.
R. Di questi, molti hanno passato i 60 anni da un po'. Quelli che conosco io dicono che l'Europa porta più costi che benefici.
D. I lavoratori europei stanno perdendo i loro diritti, come pensa di proteggerli?
R.
 I diritti si hanno quando c'è lavoro.
D. Quindi ora niente diritti?
R. Il problema è che le regole disegnate per proteggere i lavoratori nelle multinazionali applicate alle piccole imprese inducono queste ultime semplicemente a non assumere. Per paura di non potere rispettare i vincoli. Quindi noi stiamo danneggiando le piccole imprese.
D. Come?
R.
 Abbiamo due cose terribili in Europa: una è quella stupida cosa che è l'euro, l'altra è la legislazione sul lavoro (guarda il video).
D. Quanti voti pensa di prendere alle prossime elezioni?
R.
 Chieda ai bookmaker. Io vorrei che diventassimo il primo partito in Gran Bretagna e, come per altre cose nella vita, non si sa mai.

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