Quinta colonna


di Francesco Mario Agnoli - 12/09/2012

Fonte: Arianna Editrice [scheda fonte]

Certamente  Mario Monti lunedì sera non si è seduto davanti al televisore  per assistere su Rete4 alla puntata di “Quinta Colonna” che Paolo Del Debbio  ha nuovamente dedicato alla casa  e all'IMU, “la tassa più odiata dagli italiani”. In ogni caso, se lo avesse fatto, come si dice da noi non avrebbe scosso neanche un'orecchia. Nulla  riesce a scalfire la sua imperturbabilità da autentico finanziere. Perfino i dati Istat sul crollo dei consumi in Italia e il progressivo  impoverimento della  popolazione non gli impediscono  di dire con l'aria più seria del mondo (tanto da fare supporre che  ci creda davvero) che nel 2013 l'Italia tornerà a crescere. A chiunque altro sembrerebbe  una barzelletta di cattivo gusto.

     Si può forse sperare che, avvicinandosi il momento della campagna elettorale, Pierferdinando Casini, il politico più decisamente e fieramente schierato a favore del governo tecnico tanto da volerne  la riedizione per il prossimo quinquennio, abbia invece dedicato  un po' del suo prezioso  tempo  ad una trasmissione che, a parte il pubblico  che la segue in poltrona da casa, raccoglie, sparsi per tutta la penisola,  folti gruppi di persone, alle quali consente di esprimere la propria opinione di cittadini non addetti alla politica.
    Se lo ha fatto  (e avrebbe fatto bene a farlo) sarà stato forse indotto a riflettere sul molto discredito e sui pochi vantaggi (in termini di consenso elettorale)  che gli procurerà  il suo ostinato filomontismo (d'altra parte occorre riconoscere che  se attuasse l'unica alternativa cui finora è riuscito a pensare, l'alleanza col Pd di Bersani e Vendola, forse gli andrebbe ancora peggio).
     In realtà la trasmissione di lunedì sera  ha mostrato che gli italiani sono uniti  da nord a sud contro la più iniqua  (perché colpisce tutti indipendentemente dal reddito, anzi in assenza di reddito e in presenza quasi sempre di costi) delle tasse, e con una serie di casi, forse particolarmente pietosi, ma comunque esemplari, ha provato quanto quest'odio  sia  fondato e giustificato.
     Tuttavia è anche emersa una certa  diversità delle reazioni degli abitanti del nord e di quelli del sud. Caratteristici di questa differenza  gli interventi e i comportamenti  dei cittadini di Verona rispetto a quelli di Battipaglia e di Catania.
       I primi, che hanno lasciato intravedere qua e là una punta di antimeridionalismo  (repressa dal conduttore e comunque del tutto ingiustificata nel caso dal momento che  Monti e molti dei suoi tecnici son o settentrionali), a quanto sembra hanno pagato e pagheranno l'imposta fino all'ultimo centesimo  (pare non trattarsi tanto di spirito civico malgrado tutto, quanto della impossibilità o dell'incapacità di sottrarsi), ma sono in  preda ad un forte sentimento di insofferenza che spesso e volentieri esplode  in autentica rabbia.
       L'insofferenza contro tecnici e politici (negativamente accomunati in un'unica casta malvista  e  perversa) sono comuni anche ai cittadini di Battipaglia e Catania, che tuttavia, a differenza dei veronesi, sembrano preferire alla strada dell'abbandono alla rabbia impotente  quella della ricerca di rimedi che consentano  di  attenuare i danni, approfittando  della diversa situazione del loro territorio, come le case  fantasma e l'occupazione abusiva di appartamenti popolari, che hanno il merito di rendere chi li abita sconosciuto  ai fisco e, in particolare, all'Imu.
      Francamente  Monti, se tiene fermo il proposito  di  tornare a dedicarsi a  tempo pieno alla banca e alla finanza, magari a Francoforte o in qualche altra prestigiosa sede europea, può anche fregarsene.  Se fossi invece  in Casini e nei suoi colleghi politici ansiosi di riprendere il governo del paese, sarei molto più preoccupato della rabbia impotente dei veronesi che dell'italico arrangiarsi di siculi e campani.
                                                                          

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