Ecco perchè l’UE si oppone all’Ungheria




[..] Ma Orbán è qualcosa di più complicato.
La sua maggioranza ha approvato anche una nuova legge che richiede una maggioranza dei due terzi per modificare il sistema fiscale esistente. Provvedimento che deve essere letto come una vera e propria sfida all’Unione Europea e alla sua Banca Centrale, perché conferisce al parlamento nazionale il potere di limitare la legislazione europea, fino al punto da impedirne l’attuazione sul territorio ungherese.
A conferma di tutto ciò, Orbán ha approvato il nuovo statuto della Banca Nazionale di Ungheria, che riduce drasticamente la sua indipendenza, ponendo la banca sotto il controllo diretto del governo.
Al doppio uppercut di Budapest ha fatto seguito la rappresaglia dei potenti europei.

Il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Centrale Europea, impegnati in negoziati senza costrutto da mesi, hanno interrotto seccamente ogni contatto.
È guerra aperta tra Unione Europea e Ungheria, che di essa è membro a tutti gli effetti. È del tutto evidente che la delegazione dell’Unione Europea e quella del Fondo Monetario Internazionale hanno eseguito un ordine, il cui obiettivo è quello di creare le condizioni per costringere alle dimissioni Viktor Orbán.
L’offensiva è scattata in modo coordinato, concentrato sulle misure antidemocratiche introdotte da Orbán.
Si sono pronunciati in tal senso la commissaria europea per i diritti umani, Viviane Reding; una risoluzione del Parlamento europeo a dura condanna della svolta autoritaria del governo ungherese, dichiarata incompatibile con i principi dell’Unione; un’analoga presa di posizione del Consiglio d’Europa e un’altra della Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa; un pronunciamento della Commissione di Venezia, quella che segue i mass media.
Da oltre oceano sono giunte, puntuali, le reprimende del Dipartimento di Stato Usa e del segretario generale dell’ONU.
Dunque Viktor Orbán è stato proclamato urbi et orbi peggiore nemico, perfino peggiore di Silvio Berlusconi, anche senza bunga bunga.
L’ultimatum del FMI è stato, per ora, l’acme.
Dopo interverranno le agenzie di credito, il mercato, per punire gli ungheresi che hanno portato al potere il nemico.
Le imponenti manifestazioni di massa, anch’esse senza precedenti dalla fine del regime socialista, indicano l’inizio di una rivolta interna, che potrebbe presto coniugarsi con la pressione dall’esterno.
Siamo dunque, con tutta evidenza, di fronte a un test inedito. L’Ungheria sta per diventare un laboratorio sperimentale dove si produce un composto chimico esplosivo.
Uno degli sbocchi possibili è un terzo colpo di stato legale, dopo quelli che hanno portato al potere Lucas Papademos in Grecia, e Mario Monti, in Italia.
Si tratterebbe di vedere se, in questo caso, si troverà un uomo di Goldman Sachs anche per l’Ungheria.
In caso si potrà chiedere consiglio a George Soros, che è di quelle parti.
Ma non è detto che finisca così. Per lo meno non subito. La miscela è difficile da maneggiare per chiunque: un intervento dall’esterno in favore della “democrazia bancaria” europea, contro il governo autoritario, nazionalista, reazionario di Orbán (che rappresenta però, al tempo stesso, la sovranità nazionale, monetaria, dell’Ungheria odierna e la maggioranza parlamentare espressa dalla popolazione), oppure la vittoria dell’autarchia nazionale, l’uscita dall’Unione Europea (e dall’Europa tout court), una politica indipendente del fiorino, la riapertura del contenzioso successivo al Trattato del Trianon, riaprendo il vaso di Pandora delle minoranze magiare che hanno abitato fuori dal territorio della repubblica ungherese.
In altri termini: o dominio tecnocratico europeo o dominio reazionario interno: ecco ciò che attende l’Ungheria. Non il “popolo” ungherese che, al momento attuale, è nettamente in maggioranza assoluta favorevole alla seconda ipotesi. [..].
Ma il popolo ungherese non ha delegato nessuno (che non siano i suoi eletti) a decidere per suo conto l’ordinamento del paese.
Dunque “costruire una democrazia occidentale europea” contro la maggioranza della gente potrebbe essere una decisione (sicuramente esterna, sicuramente simile a un golpe) esattamente speculare a quella imposta dai sovietici dopo la loro vittoria nella seconda guerra mondiale. Sappiamo come finì, nel 1989.
Megachip.info 10 marzo 2010

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