Al governo, gli architetti del disastro

Dal buffone al boia: al governo, gli architetti del disastro

Un nome e un volto ai responsabili materiali della crisi? Lui, Mario Monti: è stato al vertice della piramide ultra-liberista che ha riscritto e attuato le regole del sistema finanziario che hanno portato al disastro. Monti a capo del governo in funzione anti-crisi? «E’ come mettere Totò Riina al ministero della giustizia», protesta il periodico “Umanità Nova”, che spara a zero sul governo tecnico: «Se davvero si fosse voluto combattere la crisi», pur restando all’interno dell’attuale sistema, sarebbe stato meglio un governo di «dilettanti allo sbaraglio»: qualche mossa giusta magari ci sarebbe scappata, mentre i super-esperti di Monti non rischieranno di fare questi “errori”. «La crisi, infatti, è tale solo per noi del cosiddetto “99%”: per i potenti della terra è una meravigliosa occasione di profitto e di disciplinamento del corpo sociale, costruita con cura in tutti questi anni».
La carriera dello stesso Monti ne è un esempio paradigmatico, continua il giornale anarchico: l’élite non mollerà facilmente la presa. Tanto più che è Berlusconi e Montimeglio non farsi illusioni: «Il capitalismo non è arrivato alla sua crisi finale: se volesse, potrebbe tranquillamente riprendere le politiche anticrisi di stampo keynesiano che hanno perfettamente funzionato negli anni passati – politiche che personaggi come Mario Monti conoscono benissimo, data la loro formazione di economisti». Ma se le tengono, come già nel secondo dopoguerra, «come ultima risorsa per quando le rivolte popolari contro il loro odio di classe diverranno incontenibili». Per il momento, continua “Umanità Nova”, «si divertono a vedere gli sfruttati credere alle loro balle ed a considerare la macelleria sociale come una dura “necessità” a favore del “bene comune” – che, guarda un po’, alla fine coincide con quello delle classi dominanti». La crisi? «Se non esistesse, se la dovrebbero inventare. Ma forse l’hanno già fatto».
Gran brutto risveglio, passare “dal buffone al boia”: «Il governo Monti rappresenta un equivoco di discontinuità con il passato, ma è innegabile che se Berlusconi ha fatto dei danni, uno di essi è di permettere ai venditori di illusioni di fabbricarne una nuova di zecca, giocata fortemente sull’aspettativa e sulla speranza delegante». Che c’è di meglio di un professore, per toglierci dai guai in una situazione di incertezza finanziaria «condotta egregiamente per l’ennesima ristrutturazione ai danni del costo del lavoro e delle condizioni di vita di tutti?». Tesi sostenuta in modo militare daimedia mainstream: o Monti o il diluvio, solo lui può salvarci. La politica? In macerie. Archiviato il guitto di Arcore, è crollata anche «l’aspettativa illusoria di un centrosinistra che ha “governato” la crisi gettando nella disoccupazione e nella miseria una larghissima fetta di popolazione», vendendo agli italiani la fiaba del berlusconismo «come parentesi nera della democrazia».

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