Il tiro al piccione palestinese



Il tiro al piccione palestinese
di Gianni Petrosillo - 07/06/2011

Fonte: Conflitti e strategie [scheda fonte] 



Gli israeliani sono i più bravi bracconieri democratici del medio-oriente, dei provetti tiratori scelti della libertà che trattano tutto ciò che si muove intorno a loro come uccellagione. Secondo l’informazione del pollame ammaestrato occidentale, che mostra una bizzarra solidarietà venatoria con i cacciatori di frodo, ieri l’esercito ebraico avrebbe sparato in aria per allontanare i palestinesi i quali manifestavano lungo il confine in occasione della Naqsa, la débâcle araba nella guerra dei sei giorni del 1967. Costoro colpendo in alto sarebbero riusciti ad uccidere alcuni palestinesi e a ferirne 220.
Quest’ultimi evidentemente non sono bipedi come noi ma piumati che svolazzano a mezz’aria e che si fanno abbattere come piccioni. Poi sparano alle gambe e fanno fuori altri sventurati. Tra palestinesi e pigmei non c’è differenza di centimetri ed un colpo mirato agli arti inferiori equivale ad una ferita al cuore. Questo a parere della nostra stampa che tenta di giustificare l’ingiustificabile, cioè le schioppettate sulla folla scesa in strada per rivendicare un trattamento più umano da parte di un governo che vuol risolvere i suoi problemi di vicinato con le cattive maniere. La Primavera evidentemente non arriva dappertutto e ci sono popoli condannati ad essere decimati dalle tempeste in piena estate. Ma Netanyahu non è Gheddafi e nemmeno Assad, non è Ben Ali e tanto meno Mubarak, non è un dittatore del deserto ma un predatore civile del mondo libero. Nessuna coalizione di volenterosi fermerà la mano degli assassini i quali benché siano stati più volte condannati dall’Onu non vedranno mai applicata una risoluzione contro di loro. Prima dei disordini il leader israeliano aveva dichiarato di aver istruito le sue forze di sicurezza “ad agire con risolutezza, con moderazione ma con determinazione per salvaguardare la nostra sovranità, i nostri confini, le nostre comunità e i nostri cittadini". Il beccaio chiede moderazione mentre torce la testa alla selvaggina e gli tira tutte le penne. Gli israeliani sono così ossessionati dal loro passato concentrazionario da averlo riprodotto su più grande scala, hanno eretto muraglie ciclopiche e disteso chilometri filo spinato rivendicando il diritto di fare agli altri ciò che loro hanno subito. E’ così sobrio e moderato questo popolo benedetto dal Signore che quando non trova miscredenti da fustigare se la prende pure coi cani ai quale infligge la punizione biblica della lapidazione. Ma l’estremismo essendo una prerogativa islamica, non può essere descrittivo del comportamento oltranzistico degli ebrei i quali al più sono degli eccentrici che alzandosi ringraziano l'altissimo di non essere nati femmine e coricandosi sognano il giorno del giudizio universale contro gli infedeli. Sia che maltrattino gli animali  o che trattino da cani tutti quelli che non la pensano come loro sono sempre dalla parte della ragione. Loro sono il popolo eletto poco democraticamente dal paradiso mentre tutti gli altri non sono un cazzo.

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